Onorificenze europee

Nel giorno della Festa delle Donne, il mondo della comunicazione italiano può essere felice per gli “alti meriti” delle sue cittadine. Il Presidente della Repubblica ha dispensato onorificenze a piene mani: all’architetto (!) Licia Maglietta, protagonista di molti bei film italiani; alla M. (?) Giovanna Marini, alla Signora (solo? Non c’è gusto…) Emanuela Falcetti. Il massimo dello show, comunque, è stato il titolo di Grande Ufficiale (più alto dei precedenti) alla Signora Stefania Sandrelli. I cultori de La Chiave esultano…

Nel 2002, sempre tra i personaggi del mondo dello spettacolo, Claudia Cardinale e Nilla Pizza avevano ricevuto onoreficenze simili. Nella stessa occasione, i giornalisti Corrado Augias, Candido Cannavò erano diventati Grandi Ufficiali. Manca solo Topo Gigio e poi un premio l’hanno ricevuto tutti.

In Europa, d’altronde, non siamo nuovi a questo tipo di riconoscimenti: nel 1996, Gérard Depardieu era stato nominato Chevalier de la Légion d’honneur. Torna alla memoria la nomina a baronetti dei Beatles: solo il primo atto di una crescita esponenziale che ha fatto diventare il mondo della comunicazione così importante da doverne “premiare” in qualche modo i protagonisti, soprattutto quelli più amati dal pubblico.

Il nuovo look di Virgilio

O lo odi, o lo ami. O lo usi tutti i giorni, più volte al giorno, da anni, o scappi a gambe levate perché magari hai avuto in passato problemi con Video On Line – Telecom On Line – Telecom Italia Network – Tin.it… È a dir poco impossibile che un navigatore italiano non sia passato, almeno una volta, dal sito di Virgilio.

La “notiziona” di oggi è che il portalone ha cambiato look, adottando un design abbastanza particolare, a forma di uovo. Questa, almeno, è la metafora che gli editor spiegano nell’apposita pagina di presentazione. L’idea è carina, ma la presenza di pubblicità è imbarazzante: Risorse.net ha notato quanto la pubblicità di Mini sia alquanto invadente e come tutto il sistema appaia scarsamente sensibile all’usabilità.

La domanda-chiave per poter valutare correttamente la situazione è: cos’è, oggi, Virgilio? Un motore di ricerca leader di mercato, come il recente invito al Search Leaders’ Summit sembra dimostrare? Un contenitore di simpatiche trovate, come “Riduciti ad icona”? Un inquietante polpettone di link alle promozioni di Telecom Italia Media e a dialer di suonerie per cellulari? Nel mondo la sbornia dei portali sembra ormai svanita da tempo: forse, in Italia siamo ancora là.

Alcatel, dalla Francia con furore

Sembra sempre più marcato il destino di Alcatel, leader francese nato una quindicina di anni fa dall’evoluzione dell’ex Compagnie Générale d’Electricité.

Qualche giorno fa, si era diffusa la voce di una possibile cessione della produzione di telefoni cellulari, con tanto di smentita di Nokia sulla possibile acquisizione. Ieri, il trionfale annuncio di possedere oltre il 40% del mercato delle linee digitali e quasi 40 milioni di linee simil-ADSL.

Anche gli ultimi annunci commerciali sembrano andare più nel senso di una maggiore focalizzazione sul settore business, piuttosto che sui terminali per il mercato consumer, che non ha mai sorriso abbastanza alla pur innovativa azienda.

Da tenere d’occhio, inoltre, le evoluzioni di WLan, la piattaforma che coniuga wireless e lan aziendali: è bello vedere tanta effervescenza in un’azienda europea…

Requiem per l’ICT

Assinform, l’associazione di categoria dell’ICT italiana, ha presentato oggi un inquietante rapporto sullo stato di informatica e TLC in Italia. Se quest’ultimo settore è cresciuto dell’1,8 per cento rispetto al 2002 grazie a telefonia mobile e fissa, la cosiddetta “parte infrastrutturale” ha accumulato un bel -8,4 per cento. Meraviglioso, no?

Per quanto riguarda l’informatica, meglio far finta di niente: il settore hardware ha perso “solo” il 5,6%, i servizi informatici “solo” il 2,2%, in generale un bel -3,2% per l’IT. In definitiva, la crescita totale è di “ben” 0,1%, contro una media mondiale del 3,2%.

Tira brutta aria, insomma. Tornano alla mente i tristi destini di Opengate e Tecnodiffusione, tipici giganti in un settore i cui margini ridotti sono diventati ridicoli, impossibili per garantire la sopravvivenza. Quanto appaiono stonati i proclami di Stanca di meno di un mese fa…

CDB Web Tech, Tiscali & company

Due comunicati stampa pubblicati in queste ore mostrano l’evoluzione, dopo il tanto discusso scoppio dell’Internet bubble, di due realtà Internettiane italiane: Tiscali e CDB Web Tech. Sulla prima c’è poco da dire: partita in sordina come ISP alternativo italiano, è diventato un gigante europeo che realizza solo il 18% del proprio business nel nostro Paese. La seconda è una più eterogenea realtà, avviata nel 2000 da Carlo de Benedetti e subito quotata in borsa.

Tiscali fa notizia perché il suo fondatore, Renato Soru, rinuncerà alle sue cariche come promesso, dopo la candidatura a Governatore della Sardegna. Un manager di estrazione nordica, Ruud Huisman, prenderà il suo posto, ma ciò che colpisce di più è che l’arrivederci di Soru ha fatto sì che (finalmente?) Tiscali abbia creato una subsidiary espressamente dedicata all’Italia. Strano il destino delle multinazionali casarecce…

Cdb Web Tech, invece, pare aver rispettato una promessa fatta all’atto della quotazione: chiude in utile il suo quarto esercizio e si lancia nelle nanotecnologie. In fatto di risultati economici, negli scorsi giorni Investor-Relations.it aveva pubblicato un’interessante analisi per cui le migliori aziende quotate al Nuovo mercato sono quelle che, considerando tutta la Borsa italiana, hanno i migliori saldi positivi della posizione finanziaria netta.

Alzi la mano chi aveva avuto fiducia nel 2000 ed è riuscita a conservarla sino ad ora.