Il futuro dei media secondo IBM

Negli scorsi giorni Forbes ha riportato la notizia di un interessante studio IBM a proposito dell’evoluzione del consumo di media in un futuro nemmeno troppo remoto.

L’idea di fondo è semplice, ma sintomatica di qualcosa in grande evoluzione da tempo: far convergere tutti i prodotti mediatici in un unico bundle, trasformare i “servizi” di cui usufruisce (ad esempio la proiezione cinematografica di un film) in “diritti”.

I motivi dell’evoluzione sono tanti: il successo del P2P, che ha segnato la prima grande onda di dematerializzazione dei prodotti multimediali; i costi crescenti della pubblicità, ormai necessaria non solo in caso dei lanci di un prodotto culturale (uscita nel cinema, pubblicazione dell’hard cover di un romanzo), ma anche delle sue successive evoluzioni (ad esempio l’offrire in DVD/VHS un film, il rieditare in tascabile un best seller).

Succederà? Con che velocità? A fine anni Novanta, il solito Grauso (che fine ha fatto?) era così convinto della morte imminente dei libri, da puntare molte risorse sul successo degli e-book, in particolare dei ”lettori” hardware. Un sistema editoriale che, in realtà, non è mai decollato sul serio. Menzione d’onore, piuttosto, ai tanti progetti europei come l’italiano Liber Liber o lo spagnolo Cervantes, che hanno sì dematerializzato i prodotti culturali, ma senza ingabbiarli in politiche di licenza eccessive…

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