La [ennesima] favola triste di Chl

Il buon Massimo Moruzzi si è invischiato in una polemica infinita a proposito del tramonto di Chl. Come spesso succede in questi casi, è difficile scindere l’aspetto “umano” della vicenda da quello commerciale, di marketing e soprattutto finanziario e strategico.

Al Moruzzi viene contestato il troppo pelo sullo stomaco a proposito del commento critico sulle scelte del management ed i relativi effetti sulla decimazione del personale: eppure, anche chi non ha vissuto quegli anni di “spese pazze” in maniera troppo coinvolgente conosce Chl, come cliente o semplicemente perché ha visto le campagne pubblicitarie. Magari senza comprenderle: ognuno ha una zia (od una mamma) che davanti alle campagne del periodo IPO non capiva minimamente di cosa si stesse parlando.

Non era il target, certo. Ma se si fosse veramente voluti arrivare ai numeri mirabolanti del prospetto informativo, si sarebbe dovuta immaginare una clientela ben più grande dei soliti utenti appassionati di hardware. L’arrivo dei fratelli Franchi, probabilmente, ha solo fatto tramontare del tutto l’illusione di un soggetto e-commerce credibile a livello italiano. Rimangono solo le briciole: aspettiamo il momento in cui CDC acquisirà Chl per utilizzarlo come ennesimo retail brand. Sempre se non falliscono pure loro, vedi Opengate.

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