Qualche mese fa la maggior azienda europea di lavoro interinale ha lanciato una mega campagna di recruitment interno, per il mercato italiano. Uno degli step essenziali per andare avanti nel processo, che viene seguito a livello nazionale, è la compilazione, via Web, di tre test: inglese, Excel 2000 (nuovo, eh), Word 2002.
Questi due ultimi test, in particolare, sono evidenti traduzioni dall’inglese. Traduzioni penose, verrebbe da dire. Ecco, ad esempio, l’accoglienza di quello relativo ad Excel…
«La vostra prova è in una disposizione di multiplo-scelta. Sarete presentati con parecchie risposte possibili per ogni domanda; legga prego con attenzione ogni domanda prima della risposta esso. Selezioni la risposta migliore a partire dalle scelte date. Se la risposta che pensate fosse corretta non è offerta, non seleziona la risposta più corretta a partire dalle scelte disponibili. Accertisi prego che la risposta voi prescelti sia la vostra risposta finale prima di continuare alla domanda seguente.
Il sistema difficile nota la vostra prima risposta soltanto! Una volta che avete passato verso una nuova domanda della prova, non siete permessi andare indietro e cambiare c’è ne risposte precedentemente presentate. Il salto delle domande non è permesso. Se siete incerti quanto alla risposta corretta, presenti prego la vostra congettura migliore.»
Imbarazzante, non c’è che dire. I test appaiono molto più difficili del previsto perché, semplicemente, le traduzioni delle risposte sono in pessimo italiano o addirittura sbagliate. Altro che comunicazione interna, employment branding ed altre aspirazioni da multinazionali: le aziende europee dovrebbero prima iniziare a parlare le lingue straniere, come i bambini che vanno alle scuole elementari, non all’università.
Le agenzie di lavoro interinale (internazionali o meno) oggi hanno, come sappiamo, una nuova denominazione: Agenzie per il lavoro temporaneo.
Mai definizione fu più azzeccata; infatti, indica con efficacia la temporaneità e l’improvvisazione di questi signori e, più in generale, dell’approccio alle risorse umane ed al “mercato del lavoro” da parte della maggioranza dei soggetti coinvolti.
Come diceva (mio zio?) “nomina sunt consequentia rerum!”
Un abbraccio
Condividendo il contenuto dell’articolo ho pensato di “linkarlo” al interno del post “Temporaneamente Demotivati”; mi è sembrato giusto avvisarti.
Grazie, carissimo…