La cenerentola del cinema mondiale

Chi in questi giorni ha distrattamente seguito le vicende del Festival di Venezia ha avuto un assaggio di quello che è disponibile nei cinema italiani: da una parte, ad esempio, il candidabile all’Oscar Cinderella Man, dall’altro La bestia dentro o I giorni dell’abbandono, come al solito lanciati in veste possibili successoni internazionali e realisticamente rilegati ad un ambito più che nostrano. Da una parte i filmoni hollywoodiani, dall’altro il cinema presuntuosamente drammatico di matrice europea, anzi italiana.

Cinderella Man, di fatto, è stato studiato a tavolino per essere un blockbuster: com’era avvenuto per Titanic, si parte da una storia vera per imbastire un fitto intreccio di amori, storia comuni e disperazioni universali. I film italiani, al contrario, vorrebbero intercettare un pubblico più elitario, con temi forti come la dissoluzione della vita di coppia e la violenza familiare. Nel primo caso, si sta male per i pugni che volano sul viso di Russel Crowe, negli altri per i visi diafani di Margherita Buy e Giovanna Mezzogiorno.

Il cinema è bello perché è vario ed ovviamente sui nostri schermi in questi giorni si possono anche ammirare commediole demenziali e cartoni animati. Ma se non si vuole scendere nel triviale, non sembra necessario sorbirsi ore di disperazioni italiche per emozionarsi. Altro che la grandeur del cinema francese: quello italiano continua a dimenarsi con fatica nel panorama internazionale, aspettando il prossimo Tornatore di turno che, imparata la lezione dai kolossal di Oltreoceano, possa smuovere i tiepidi animi dell’Academy.

Ormai persino i festival più pretenziosi, come quello di Cannes, riservano un’accoglienza contrastante a mattoni impossibili come Le conseguenza dell’amore e gli analoghi “capolavori” italici. Nessuno pretende di dover fare nuovi cinemiparadiso e nuovi mediterranei a palla: ma sarebbe bello che ogni tanto il cinema italiano si impegnasse a smuovere un po’ gli animi del pubblico oltre che ad accarezzare i cervelli dei critici. Abbiamo ottime strutture ed ottimi professionisti: speriamo di poter proporre anche ottime produzioni, oltre ad ottimi esercizi stilistici.

3 pensieri su “La cenerentola del cinema mondiale

  1. OT: nessuna convenzione alberghiera per Webdays…

    Ma puoi provare all’albergo Roma di piazza Carlo Felice, l’anno scorso ci avevano fatto prezzi ad hoc per Webdays… Se no conosco un paio di B&B interessanti…

  2. Ho letto il tuo post stamane e ci ho riflettuto un po’. Ora sono qui, con un toscanello tra le labbra; il sigaro mi fa pensare a Mario Soldati il cui figlio Giovanni, mentre lotta per far intitolare un Toscano al padre, tromba da un quarto di secolo quella gran persona e topa che risponde al nome di Stefania Sandrelli.

    E qui mi pare evidente che, quando parli delle esangui protagoniste del nostro nevrotico cinema post-borghese, tocchi il nervo scoperto della faccenda.

    Le nostre manze van bene a fare i mostri per cinque minuti in Francia o le bizze perché le han troppo voluminose. Insomma, così non si va da nessuna parte, ti pare?

    OT

    Ammetto l’imperdonabile ignoranza: non sapevo di ‘sti WebDays a Torino. Se serve un letto, parliamone 🙂

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