C’è qualcosa che non funziona alla Registration Authority

Che fine ha fatto commeurope.it? Come mai al posto di questo noiosissimo blog appare una pagina verdastra vuota di contenuti ma piena di pubblicità? Pur ammettendo che si sia fatto un salto di qualità tra il nulla pneumatico di questi post e quello fisico dello splog, dispiace un po’ vedere tanti link sparsi sui blog di amici e lettori diretti ad un dominio accaparrato dalla “mala dei domini”, quella specie di mafia diffusa che lucra sui problemi burocratici altrui. Problemi che, si noti, vengono per la stragrande maggioranza dei casi causati dalle Registration Authority di tutto il mondo, con la connivenza dei mantainer. La storia è sempre uguale a qualsiasi latitudine:

  • il legittimo proprietario del dominio richiede il rinnovo o il trasferimento del dominio;
  • la Registration Authority rifiuta la richiesta adducendo futili imprecisioni;
  • gli avvoltoi che tenevano d’occhio il dominio presentano una richiesta di registrazione;
  • la Registration Authority concede la registrazione a questi cybersquatters ed ignora le proteste del proprietario storico ed i nuovi tentativi di registrazione.

Alle lamentele del malcapitato, la Registration Authority di turno risponde con “Non c’è problema, se ce lo dice il giudice le restituiamo il dominio”. In questo, il Nic italiano è maestro: l’abbiamo visto con casi celebri come Cellulari.it, storica rivista digitale che ha perso il proprio dominio (e quindi la ragione stessa del proprio essere on line) a causa di un presunto fax illeggibile e lo ha riottenuto solo dopo una lotta presso il Tribunale, che ne ha riconosciuto la dignità di testata registrata.

Nessuna remora da parte dell’ente toscano né dei mantainer: basta pagare i pochi spicci della registrazione annua e loro si chiudono le narici e registrano tutto a tutti. Da notare che è il nuovo tenutario a decidere se si accetta o meno la procedura di arbitrato irrituale: ovviamente nessuno spammer lo fa e pertanto è implicito che qualsiasi splog dovrebbe essere impugnato davanti al giudice. Chi ha voglia di assumersi le spese, quando il dominio ufficiale https://www.commeurope.com è (toccando ferro) attivo?

Basta scorrere gli innumerevoli tentativi di registrare il dominio commeurope.it da parte di non meglio identificati richiedenti stranieri per comprendere che si è trattato di una guerra per occupare un dominio con un posizionamento decente sui motori di ricerca. A nulla sono valse le lettere di protesta quando la guerra era in corso e le telefonate all’eternamente occupato centralino della Registration Authority: quando finalmente qualcuno ha risposto, lo ha fatto solo per far notare, con molto disprezzo, che il dominio sarebbe stato registrato ad altri. Tanto, come al solito, basta andare dal giudice.

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