I dolori del giovane iPhone

Le prime immagini dell'iPhoneUn’attesa spasmodica come quella per l’iPhone difficilmente si era vista in passato: ci sarà anche stata curiosità per Windows Vista (se non altro per l’eterno sviluppo) od interesse per il primo iMac, ma nulla di paragonabile a quella miriade di simulazioni 3D, finte foto rubate, supposizioni filosofiche ed ipotesi tecniche che in questi anni ha dominato il dibattito pubblico. In fin dei conti, al già sovraffollato mondo della telefonia mobile, dell’ingresso di Apple interessava poco: ma per gli Apple-fili di tutto il mondo, l’iPhone doveva essere la sintesi perfetta del passaggio dell’ex Apple Computer verso la sua nuova realtà di produttore di ergonomica elettronica di consumo a tutto tondo.

Qualcosa, però, stavolta è andato storto nella meravigliosa macchina da guerra del marketing di Mr. Jobs: per quanto l’oggetto in sé sia assolutamente bellissimo, sostenere che abbia avuto un buon lancio sul mercato è un po’ forzato. Si è rapidamente formato il partito di chi non vuole comprarlo ed ovviamente di chi non aspetta altro: in mezzo, coloro che cercano di comprendere le ragioni di questa bizzarra strategia di marketing. Nulla da eccepire sulla rapida ascesa delle azioni dopo l’annuncio di Jobs: ma gli effetti nel medio periodo possono essere di tutt’altro segno.

L’interfaccia è affascinante ed ovviamente tutti si sono apprestati a copiarla: ma cosa succederà quando i produttori di dispositivi portatili (cellulari o PDA ormai poco importa) ne adotteranno gli aspetti più innovativi nei propri prodotti? L’iPhone infatti sarà sul mercato tra non meno di sei mesi per un ristretto numero di clienti statunitensi e solo tra un paio di anni in Europa ed Asia. Nel frattempo i prodotti dei concorrenti, già sostanzialmente più avanti dell’iPhone su molti fronti, saranno forse più attraenti per la maggior parte degli utenti, soprattutto di quelli con maggior potere di spesa.

A questi ultimi, business o meno, del nome non troppo originale o dei pochi megapixel della fotocamera importerà poco: ma all’assenza di un supporto alle reti 3G ed all’impossibilità di installare applicazioni presteranno molta più attenzione. Soprattutto quest’ultimo punto sembra il punto debole dell’iPhone: nemmeno le scarsamente illuminate TelCo europee avevano immaginato dei terminali così blindati. Jobs ha dato spiegazioni pseudo-tecniche: eppure, è chiaro che l’obiettivo è di creare eleganti gingilli ad uso e consumo delle compagnie telefoniche e degli altri venditori di contenuti multimediali (applicazioni comprese).

Non ci vuole una sfera di cristallo per immaginare che la prima versione dell’iPhone venderà un numero notevole di esemplari agli Apple-fili per poi fare il boom con le evoluzioni successive: è successo con l’iPod e succederà con tutti i prodotti della Apple. Più che un erede degli sfortunati Mactorola, l’iPhone è il più nuovo discendente della stirpe Newton, ma non di certo l’ultimo. La nuova Apple che sta nascendo imparerà dai suoi errori e la prossima volta azzeccherà forse un po’ di più i tempi del lancio dei propri prodotti: il buon Jobs, nei prossimi anni, ci stupirà ancora molte volte e noi, come sempre, lo premieremo.

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