Tra alberghi in Costa Azzurra e frutta fresca in camerino

La copertina del Köln Concert, il capolavoro di Keith JarrettTra i tanti meriti artistici che si possono attribuire a Keith Jarrett, è innegabile quello di aver introdotto milioni di persone alle meraviglie del jazz: il suo Concerto di Colonia è uno degli album più venduti di tutti i tempi e non solo nella categoria ristretta dei dischi jazz. Le meraviglie del suo pianoforte circolano da decenni sui supporti più comuni: le audiocassette casalinghe prima, i CD masterizzati poi, i lettori MP3 per il jogging adesso. Se il Maestro lo scoprisse, però, avrebbe un attacco di ira: è nota la sua attenzione spasmodica per la qualità delle (rare) registrazioni ufficiali. Altrettanto note, a dire il vero, sono le sue idiosincrasie, che gli sono valse addirittura un cospicuo capitolo della sua scheda su Wikipedia.

I suoi fan, perciò, non saranno tanto sorpresi dalla brutta storia che lo ha visto protagonista a Perugia, durante Umbria Jazz: ha interrotto ancora una volta il suo concerto, sgattaiolando insieme ai suoi soci Gary Peacock e Jack DeJohnette verso il consueto alloggio in Costa Azzurra. La motivazione adottata (il flash di una macchina fotografica durante la pausa tra concerto e bis) è sembrata ai più una scusa per tornarsene nel lontano alloggio francese: d’altra parte, per tutta la serata Jarrett sembrava avere la luna storta, fino ad aver insultato la città ospitante. Gli organizzatori del sempre ottimo festival umbro si sono perciò affrettati ad apporre una croce sul suo nome, escludendo future presenze.

Promessa, questa, che sarà difficile da mantenere: di geni simili in circolazione ce ne sono veramente pochi e pochissimi sono i nomi che riescono ad attrarre folle ampie alle costose serate perugine. Quest’anno l’attenzione si è velocemente spostata verso Pat Metheny, ma è evidente che fin quando il genio del pianoforte sarà attivo, ogni anno la tentazione di invitarlo sarà forte. D’altra parte, è un bel po’ di tempo che Jarrett attira l’attenzione del mondo su di sé: sbraita, si lamenta delle proprie malattie, minaccia e poi (qualche volta) si scusa. In ogni caso, qualsiasi cosa fa, sa che è “IL” protagonista del jazz contemporaneo e quindi non si può fare a meno di invitarlo a pié sospinto in ogni manifestazione che si voglia ritenere di spessore internazionale.

Il divismo di Keith Jarrett, in realtà, è la versione più raffinata di quello dei protagonisti classici del gossip: ci lasciamo andare sempre ad un “Ooooh!” meravigliato quanto sentiamo storielle di attrici affascinanti o cantanti famosi che “non si esibiscono” se nel proprio camerino non trovano frutta fresca o portaceneri di vetro ed altre amenità. Perché sappiamo che loro sanno che noi li riteniamo indispensabili, ma invece di rinsavire, facciamo finta di dimenticarcene: perché i divi stra-pagati, nei nostri anni, sono anche un po’ delle divinità stra-pagane.

2 pensieri su “Tra alberghi in Costa Azzurra e frutta fresca in camerino

  1. Come finirà la storia secondo te? Se veramente Umbria Jazz mantenesse la sua parola sarebbe un bell’insegnamento. Anni fa Grace Jones geniale e capricciosa artista si è presentata ad una sfilata (era stata pagata) con un’ora di ritardo. E’ stata cacciata e le credo le abbiano chiesto i danni. (E’ un po’ che non sento più parlare di Grace Jones, che tra l’altro ammiro).
    Forse i capricci delle star fanno comodo, come hai giustamente fatto notare. Il giorno in cui non facessero più gioco, stai tranquillo le star verrebbero richiamate all’ordine subito.

  2. Sì, penso tu abbia ragione: in fin dei conti si tratta di un modo per sottolineare l’alone di fascino da grande star. Cosa sarebbero stati i Rolling Stones senza le loro tipiche esagerazioni?

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