Pane, amore e couperose

L'immagine principale della campagna tratta dal sito del Ministero della SaluteC’è qualcosa di più inquietante rispetto all’immagine dell’infermiera orrendamente affetta da violacee malattie della pelle che impazza in stazioni, aeroporti e mezzi pubblici: si tratta dello spot che un mesetto fa La Sterpaia ha pubblicato su YouTube contestualmente alla presentazione della campagna “La Bella Sanità” e che nelle settimane successive abbiamo visto pianificato in diversi circuiti. Si tratta di un montaggio in rapida sequenza di brandelli del volto della povera sfigurata, ritratta in varie posizioni (sorrisi, baci, ammiccamenti, etcetera), accompagnato da un ritmo incessante di percussioni. Chi ha caricato il video ci informa che, oltre alla direzione artistica della campagna di Oliviero Toscani, ha contribuito al montaggio tale Leandro Manuel Emede: complimenti ad entrambi non tanto (…) e non solo per la campagna, quanto per il fatto di essere riusciti a convincere Ministero della Salute e Presidenza del Consiglio della bontà della stessa e dello spot epilettico in particolare.

Bisogna dire che lo scopo dell’iniziativa era nobile: stimolare i cittadini a guardare con occhio diverso al bistrattato Servizio Sanitario Nazionale. Con un certo anticipo sull’appuntamento di fine 2008, la campagna voleva infatti sottolineare i pregi del sistema istituito 30 anni fa: un’assistenza universale e tendenzialmente gratuita, che ha portato l’aspettativa di vita oltre gli 80 anni; qualcosa di effettivamente ubiquo e non confrontabile con gli eccessi privatistici Statunitensi, sostenuto da dei medici preparati e da uno staff di supporto un po’ stressato, ma per la maggior parte disponibile. Un Servizio all’apparenza perfetto, che però da sempre soffre di una gestione miope delle risorse: l’aver attribuito competenza quasi esclusiva alle Regioni non ha ottimizzato le spese, ma ha solo contribuito a nuove spartizioni di potere, a tutti i livelli. Il Ministero centrale oggi cerca di monitorare e coordinare gli sforzi anche e soprattutto in ambito comunicazione istituzionale.

L’infermiera e il suo slogan dovrebbero essere il fil rouge che accompagnerà tutte le iniziative sul territorio per i mesi a venire. Si spera attività mirate e gestite in maniera trasparente, visto che il metodo di assegnazione di questo budget è già stato abbondantemente messo in discussione da pubblicitari e markettari italiani: difficile mettere in discussione la professionalità di Oliviero Toscani e del suo team, ma rimane un mistero la fiducia illimitata che le Amministrazioni Pubbliche nutrono nei suoi confronti. Molti professionisti hanno tirato fuori la campagna di Oliviero Toscani per la Regione Calabria, altro caso in cui lo spot era costituito da un montaggio tamarro di immagini di gente sorridente, mentre la discussione tra i cittadini comuni è rapidamente sfociata verso il malcontento sul contenuto della campagna e sulla sua pianificazione, con ampie dosi di populismo da un lato e di rabbia verso la malasanità dall’altro.

Un parodia della campagna tratta dal Contest di NGI Forum

Nelle ultime settimane, poi, è successo quanto era facile immaginare: la campagna è stata presa di mira un po’ da tutti. In primis dai giornali tradizionali, che hanno ironizzato sulla faccia tosta dimostrata dal Ministero della Sanità: indimenticabile il reportage «Pane, amore e diossina» pubblicato da Il Salvagente qualche settimana fa a proposito della presenza di diossina e pentaclorofenolo negli alimenti di uso quotidiano. In seguito, le affissioni hanno iniziato ad attirare l’attenzione anche dei più giovani: ad esempio, sul Forum di Ngi è stato avviato un Photoshop Contest che partendo dall’immagine principale della campagna, ha dato avvio ad una serie infinita di variazioni ironiche sul tema. Tanto per cambiare, insomma, Oliviero Toscani ha raggiunto il suo obiettivo di sempre: ha fatto parlare di sé prima ancora del soggetto della propria campagna. Vedremo quale sarà la prossima Amministrazione Pubblica che si affiderà alle sue cure: speriamo solo che, almeno una volta, si venga graziati dagli spot low budget, low quality.

1 pensiero su “Pane, amore e couperose

  1. Grande titolo, centrato proprio sullo sconcerto che aveva preso anche me nel vedere ‘ste due mele di Biancaneve in mezzo ad un sorriso stirato all’inverosimile

    Concordo anche sugli obiettivi che attribuisci a Toscani e sulla definizione di “montaggio tamarro”

    Dì un po’: sabato ci si potrà telefonare?

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