Nintendo – Resto del mondo: 1 a 0

Ad inizio 2007 si discuteva dell’andamento del mercato delle piattaforme ludiche digitali nel periodo successivo al lancio di Sony PlayStation 3 e Nintendo Wii: molti si meravigliavano del fatto che la Nintendo fosse riuscita a ripetere la lezione impartita con le proprie console portatili rispetto alla (presunta) portentosa PSP. La notizia, infatti, recitava che le vendite della Wii erano partite alla grande, fino al punto di doppiare le vendite della console Sony nel periodo più caldo dell’anno (Natale 2006) e soprattutto nel periodo del lancio nei paesi orientali (tanto bramato) della PS3. Oggi, con lo shopping relativo alle Feste 2007 in pieno svolgimento, ci si rende conto che non si trattava di un fuoco fatuo, ma di un crescente trend di mercato in tutto il mondo.

È notizia di queste settimane, ad esempio, che la Wii guida ormai stabilmente la classifica delle piattaforme di terza generazione: ha superato in scioltezza la Xbox 360 (ferma a 14 milioni di pezzi a livello globale) vendendo 16 milioni di console contro gli appena 7 della PlayStation 3; come se non bastasse, si stima che Nintendo perderà un miliardo di dollari in termini di mancate vendite, non riuscendo a stare dietro alla domanda. Numeri impressionanti per oggetti un tempo dichiarati infantili e che oggi vengono utilizzati da persone di tutte le età: se già gli strumenti delle ultime generazioni avevano spostato in alto l’età media, quest’ultima ondata ha definitivamente universalizzato l’interesse nell’utilizzarli come piattaforme di svago per tutta la famiglia. Fa sorridere ma è credibile l’anziana arzilla che negli spot Nintendo sfida Panariello con il proprio Wiimote: qualche anno fa sarebbe stata una caricatura fine a sé stessa.

D’altronde, basta curiosare tra il materiale esposto nell’esposizione sui trent’anni di videogiochi presentato nell’ambito di annisettanta per vedere come questi strumenti non siano cambiati solo in termini di resa grafica e giocabilità, quanto soprattutto di potenziale interesse verso i bacini più disparati: un tempo i bambini sognava il Sega MegaDrive per giocare col riccio Sonic, poi da ragazzini sono passati al PC per giocare con Doom, un attimo prima di vedere emergere le console, quelle che da sempre hanno puntato tutto sulla grafica tridimensionale ed oggi ragionano in termini più ampi. Ci si è in fondo resi conto non è più solo l’hardware a contare o solo il software ad attrarre: ciò che rende stimolante uno strumento rispetto all’altro sono proprio le infinite combinazioni che l’utente può scegliere per giocare (e non solo).

Oggi infatti si può scegliere la propria console in base alla propria nicchia di appartenenza in termini di utilizzo di materiale multimediale, ma soprattutto rispetto ai propri interessi: il naufragio della PS3 forse deriva proprio dall’aver puntato tutto sulla potenza dell’hardware, facendosi sfuggire il fatto che da un lato Xbox era un PC multimediale travestito da consolle per gli heavy users e dall’altro che Wii ha iniziato ad offrire giochi magari semplicissimi, ma divertenti da giocare da parte di grandi e piccini con strumenti innovativi come il Wiimode di cui sopra. Sia onore a Nintendo, che ancora una volta ha dimostrato di conoscere bene il suo mercato, più dei newcomers Sony e Microsoft che hanno abbaiato per qualche anno ed ora devo abbassare la cresta: vedremo ancora in giro Mario Bros e Zelda per parecchi anni.

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