Lo shift continuo di servizi e contenuti in Rete

Si discute molto di presunti svenimenti, morti apparenti e di qualche coma (ir?)reversibile di blog un tempo floridi ed oggi progressivamente abbandonati dagli autori, ormai migrati verso nuove piattaforme di gestione dei contenuti, ma soprattuto dai commentatori, che preferiscono interagire con i propri amici (e con gli autori dei contenuti un tempo presenti sui blog) con strumenti alternativi.

Siamo alle solite: è in corso un nuovo shift degli strumenti di comunicazione. Le e-mail, ormai travolte dallo spam, sono ormai sempre più sostituite dai messaggi privati (o addirittura pubblici) sui social network, Facebook in primis. Gli SMS, per quanto sempre più spesso forniti “gratis” dalle TelCo affogati in tariffe semi-flat, sono spesso sostiuiti da messaggi in broadcast stile Twitter.

Le segnalazioni di materiale interessante, che un tempo spadroneggiavano nei forum ed avevano costituito uno dei principali motivi di shift da questi ultimi all’egocentrismo dei blog, oggi vengono sempre più inserite sui tumblelog, che sono rapidi e ben incastrati tra loro (quelli di Tumblr in primis), in modo che sia il social network (a botte di reblog) a decretarne l’effettivo appeal.

Le conversazioni private, un tempo legate alla necessità di installare monumentali client (ricordiamo quel mattonazzo di ICQ), oggi vengono sempre più lanciate da browser, all’interno di siti che fanno anche altri mestieri  (è il caso della semre più usata chat di GMail). Le discussioni pubbliche, un tempo frequenti sotto i post sui blog, oggi montano (più) rapidamente su Friendfeed.

L’unico vero problema, con tutti questi shift, è sulla produzione di contenuti originali. Una volta svuotatisi delle noiose “segnalazioni veloci”, i blog dovevano rimanere i posti prediletti in cui inserire riflessioni e notizie importanti, per poi venire eventualmente ripresi, citati e commentati sulle altre piattaforme. Sulle quali, invece, si vedono sempre più citati i media tradizionali.

Chi sperava in una rivoluzione non può che rimanere deluso. Sotto la montagna di reblog, like, commenti e status update rimane da un lato tanto testo prodotto da molti quotidiani online e pochi blog superstiti, dall’altro una montagnina di immagini e video strappati da Flickr e YouTube, non sempre veri UGC. Arriverà presto un altro shift, c’è da esserne sicuri: ma i contenuti, chi li mette?

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