I limiti “umani” dei social network

Quando Buongiorno qualche settimana fa ha presentato il suo mobile social network Blinko, l’attenzione di astanti ed analisti si è focalizzata sul limite di 20 connessioni imposto di default ad ogni iscritto. Un po’ come al mercato delle mucche sono iniziate le discussioni del calibro: sono troppo pochi vs. sono pure troppi, è un numero arbitrario vs. ha un fondamento scientifico.

Il tema del numero di contatti sui social network appassiona da tempo i blogger, ma è ormai evidente a tutti che lo stesso mitologico numero di Dunbar è troppo esteso per essere sinonimo di un numero realistico di relazioni attive. Anche gli esperimenti effettuati da Facebook dimostrano che, in realtà, sui 120 contatti medi di ogni iscritto, i “seguiti” sono circa una decina.

“Seguire” qualcuno su un social network, d’altronde, richiede tempo ed energia. Permette spesso di ottenere informazioni quotidianamente utili o professionalmente interessanti, ma per la maggior parte ci regala aggiornamenti di vita quotidiana che, a meno che non si stia parlando di partner-amici-conoscenti-parenti, possono per la maggior parte sembrarci del tutto superflui.

Abbiamo aumentato i nostri flussi comunicativi in uscita e abbiamo cercato di ampliare le possibilità di ricezione di quelli altrui, ma il nostro tempo e la nostra capacità intellettiva sono rimasti gli stessi di sempre. Abbiamo più strumenti di interazione (e in questo il mobile ci sorprenderà sempre più), ma non sempre riusciamo a piegarli alle nostre esigenze ed ai nostri ritmi.

I social network sono bacini enormi e stiamo costruendo comunità virtuali, sempre più interagenti l’una con l’altra, che ruotano intorno a noi stessi ed alle nostre vite. Siamo affascinati e divertiti da ogni membro che vi aderisce, specie quando arriva dal nostro passato e inizia ad interagire con noi nel presente. Ma abbiamo un limite: non possiamo garantirgli che gli daremo attenzione in futuro.

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