L’ora dell’harakiri virtuale

La notizia del giorno è la chiusura definitiva di Maestrini per Caso, storico blog italiano ormai agonizzante da mesi. La notizia della settimana la scomparsa dal Web di Paul The Wine Guy, fresco trionfatore ai Macchianera Blog Awards 2009. Si potrebbe andare avanti così, citando le scomparse dal Web di Dr. Pruno, SuzukiMaruti, Capitano: heavy users di social network che di punto in bianco abbandonano la scena e scompaiono.

FriendFeed in questo ha innovato il rituale dell’harakiri virtuale. Se i Maestrini lasceranno il loro account saggiamente intatto su Blogger, nulla scomparirà dalla nostra memoria storica; al contrario, coloro che hanno cancellato il proprio profilo da FriendFeed, hanno gettato nella confusione totale decine di utenti, discussioni, gruppi. FriendFeed infatti cancella ogni traccia dell’utente sulla piattaforma, lasciando decine di discussioni zoppe.

L’efffetto è straniante, perché da un lato ci si rende conto di quanto tempo si è dedicato a partecipare a discussioni che oggi non esistono più perché trascinate nel cestino insieme ai loro autori; dall’altro, ci si ritrova a leggere propri interventi decontestualizzati e spesso surreali, in risposta a item non più esistenti. Fioccano le discussioni del tipo “Ma che fine ha fatto Mr. X? Perché è sparita Miss Y?”, trascinando tutta la questione nel melodramma.

Dispiace, d’altra parte, quando un amico “virtuale” sparisce dalla circolazione. Può avere mille motivi per farlo, ma se la sua scomparsa comporta la cancellazione del proprio blog o del prorio profilo dal social network più utilizzato, in qualche modo ci si sente traditi e amareggiati. Sembra di essere nella clinica del Dr. Mierzwiak in Eternal Sunshine of the Spotless Mind: ci viene chiesto di dimenticare qualcuno che non vorremmo mai abbandonare.

Ci sono stati casi di contatti virtuali morti davvero ed in quel caso l’effetto è ancora diverso: gli interventi sulle piattaforme pubbliche rimangono, freezati nel tempo; quelli sui domini proprietari spariscono dopo pochi mesi, sostituiti da laconiche pagine che chiedono il rinnovo di domini ormai senza padrone; i profili sui social network, Facebook in primis, vengono sommersi da ricordi, condoglianze, segni di affetto postumo.

Essere heavy user di Internet oggi non è più un voler scappare dal mondo: al contrario, significa vivere costantemente in contatto con centinaia di altre persone, condividendo piccoli eventi quotidiani e grandi riflessioni sul futuro. Siamo esseri di parole ed emozioni, con una sola preghiera comune: smettetela di fare harakiri quando vi siete stufati di interagire col mondo. Freezate la vostra presenza, ma non cancellate i nostri ricordi comuni.

1 pensiero su “L’ora dell’harakiri virtuale

  1. Ci potrebbero anche essere casi nei quali in cui un ingenuo ha affidato i suoi scritti in mani altrui che poi senza avviso li ha cancellati. Anzi ora che ci penso bene un caso lo conosco di sicuro.
    Un abbraccio.
    PLuca

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