In morte di Pietro Taricone

Le ore di apprensione per la sorte di Pietro Taricone ed il cordoglio che è seguito all’annuncio della sua morte probabilmente ci ronzeranno in testa per lungo tempo. Per il dramma umano, certo, ma anche per l’incredibile girandola di opinioni, ricordi, giudizi e commenti che ha contraddistinto la scomparsa di un personaggio che, (tendenzialmente) nel bene e (qualche volta) nel male, ha segnato il decennio appena concluso.

Che Mediaset non volesse lasciarsi sfuggire l’occasione per lucrare sul dolore si era già intuito quando le notizie provenienti da Terni erano ancora piuttosto frammentate e confuse: l’unica certezza era che a lottare con la morte c’era un uomo giovane e famoso. Le reti televisive si sono scatenate poche ore dopo, dando alla vicenda un taglio “personalizzato” che ricordava un po’ quello del lutto per Raimondo Vianello.

IIn questo caso, tuttavia, il fascino del personaggio e la storia peculiare erano manna dal cielo per programmi scandalistici e pseudo-giornalistici. Le trasmissioni dedicate all’evento su Canale 5 hanno fatto il boom di ascolti, riprendendo ad oltranza immagini vecchie di 10 anni e istituzionalizzando il ruolo di Pietro Taricone come “vincitore morale” della prima e di tutte le edizioni del Grande Fratello, reality show di punta della rete.

Un vero peccato, visto che il giovane attore negli anni si era allontanato in maniera evidente da quella esperienza, sia in termini di scelte di vita (fu molto discussa la sua “fuga in campagna”), sia artistiche: magari con ruoli marginali, ma film e serie televisive interpretate denotavano un percorso creativo in piena crescita. Il personaggio di Ermanno in Tutti pazzi per amore 2 sicuramente è stata una prova da attore brillante e consumato.

Non è stata solo Mediaset, tuttavia, a cercare di sfruttare l’attenzione collettiva per la morte di Pietro Taricone. Si sono sentiti in dovere di ricordare il personaggio autori di destra e di sinistra, con l’ennesimo sbracciarsi di Roberto Saviano a rasentare il ridicolo. La voglia di appropriarsi del personaggio da parte di Casa Pound (come era già avvenuto per Rino Gaetano) ha ulteriormente scatenato dibattiti spesso insensati.

Rimane il dolore per Kasia Smutniak e per la loro figlioletta, sbattuta in prima pagina dai giornali a caccia di dettagli sulla morte di quello che è già stato definito “il James Dean italiano”. Rimane la compassione per i genitori, perché perdere i figli è difficile e lo è ancora di più quando sono così giovani. Rimane la pietà per una vita spezzata per spavalderia, ma anche la tristezza per chi ora non potrà più difendersi dal chiacchiericcio.

1 pensiero su “In morte di Pietro Taricone

  1. Tra i necrologi televisivi c’è stato addirittura quello di un Professore di Marketing – Giuliano Noci, Politecnico di Milano – che prima della sua affranta comparsa al Tg5 (= ennesima scena di televisione quotidiana che non dimenticherò mai) avevo sentito intervenire in TV solo a proposito di questioni economiche o inerenti le frontiere della comunicazione aziendale (es. SkyTg24, Tg1 Economia).

    Sebbene si autodefinisca “un guy che guarda a oriente”, non pensavo potesse spingersi con lo sguardo fino alla morte di un attore…

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