Il Sanremo del terribile sospetto

Nel 2010 il Festival di Sanremo era sembrato uno specchio della realtà italiana, con gli orchestrali che strappavano gli spartiti e gli operai Fiat di Termini Imerese che reclamavano attenzione; nel 2011 il team di Morandi era ben assortito e in qualche modo la qualità della canzone di Vecchioni aveva rotto il piccolo incantesimo che nel biennio aveva portato i cantanti sardi di Maria De Filippi a vincere, relegando Emma Marrone al secondo posto.

Quest’anno sarebbe stato facile procedere sullo stesso solco, ma la voglia di cambiamento di Mazzi e Morandi ha creato più danni alla manifestazione che vantaggi agli spettatori. La terribile modella versione jena ridens ha fatto rimpiangere persino Rodriguez e Canalis dell’anno scorso, non a caso richiamate last minute e diventate protagoniste delle cronache; interventi comici imbarazzanti hanno fatto ripensare a Luca e Paolo, anch’essi ri-tirati fuori ad hoc.

L’aspettativa irrealistica nei confronti del Festival di Sanremo 2012 probabilmente non era tanto un alto profilo in termini di spettacolo, quanto che l’evento diventasse il sigillo culturale a un’Italia improvvisamente cambiata, che comunicasse a noi stessi e al mondo esterno quanto la “cura Monti” stesse cambiando in profondità il nostro modo di affrontare il mondo. Ma ora che è finito, il terribile sospetto è che noi Italiani si sia sempre gli stessi, fino in fondo.

Per usare le espressioni di Luca, si è visto piuttosto solo come sia stato sancito il «dominio televisivo, guardando schifati programmi tv considerati spazzatura e farne la critica/cronaca su Twitter», visto che il dibattito pubblico non è stato certo diverso nei bar o sui social network: tutto incentrato sulle polemichette di Celentano, sulle provocazioni di Belen, sulle papere di Morandi. Il programma televisivo sarebbe potuto andare in onda 5 anni fa, senza differenze.

Nel segno della continuità, Gianmarco Mazzi che ha visto vincere 3 volte (più un secondo posto) gli Amici di Maria De Filippi, andrà a collaborare proprio con quella trasmissione. Gli altri protagonisti del Festival si spenderanno la notorietà raggiunta, primo tra tutti Papaleo che dopo essere stato per qualche mese l’idolo dei radical chic ha voluto con questo Festival rimarcare le sue origini più “pop”. Rimarrà qualche canzone nelle radio, pur se mediocre.

Probabilmente il prossimo Festival di Sanremo, nel 2013, sarà a ridosso della chiusura della Legislatura e delle nuove Elezioni politiche. Non è difficile immaginare che i germi culturali così forti negli ultimi lustri, apparentemente sopiti nell’edizione di Sanremo dello scorso anno e pian piano tornati a galla in questo, nel frattempo avranno riconquistato tutta la loro forza. Altro che quel cattivone di Monti, meglio andare appresso ai pifferai magici della TV.

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