Una vita a letto

Chiederebbe il comico Massimo Bagnato «Alzi la mano chi legge questo post dal letto» oppure «Alzi la mano chi gioca col tablet a letto prima di addormentarsi» o anche «Alzi la mano chi guarda l’e-mail a letto come prima cosa al mattino». Si potrebbe continuare all’infinito: molti di noi passano ore a lavorare, giocare, leggere, studiare seduti o sdraiati a letto.

All’inizio era il notebook: dopo anni di PC-totem davanti a cui sedersi a casa o al lavoro, la possibilità di poter utilizzare un terminale in una posizione più comoda sembrava una svolta; complice il wi-fi, ci eravamo poi liberati anche di buona parte dei cavi. L’arrivo di tablet, e-book reader e smartphone è stata la consacrazione definitiva di un nuovo stile di vita.

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Non solo informatica, in verità: l’abitudine di passare ore e ore a letto (nel week-end più che mai) ha fatto sì che abbiamo iniziato a consumare cibo o telefonare a letto. Molte case ormai hanno televisori in ogni stanza da letto che vengono molto più utilizzati di quello “principale”; è cambiato il consumo: le immagini scorrono in TV, l’attenzione è sul tablet.

Negli Stati Uniti fioccano gli studi su questo modo di vivere, sicuramente poco salutare ma molto “pratico”. I più eleganti ricordano la greppina romana e la vita intellettuale che gli scorreva intorno; i più giovani ricordano i ciccioni del futuro del film WALL•E che vivevano sull’astronave sempre supini, con i muscoli atrofizzati. Probabilmente siamo sulla buona strada.

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