Buon anno di Fedez

A Capodanno 2012 in pochi in Italia conoscevano Fedez e chi oggi sostiene il contrario starebbe sicuramente bluffando. A Capodanno 2013 erano già molti di più: aveva vinto un po’ di premi su MTV Italia grazie alla sua divertente Faccio brutto, che parodiava (nel testo e nel videoclip) i classici internazionali hip hop. A Capodanno 2014 Fedez era ormai arrivato alle masse come quello di Alfonso Signorini (Eroe nazionale) e altri tormentoni, arrivato al disco di platino.

A Capodanno 2015 Fedez è l’uomo del momento. Ha iniziato l’anno strombazzando l’apertura della nuova etichetta Newtopia facendo alzare sopraccigli tra gli addetti; in estate ha lanciato l’inno del Movimento 5 Stelle ottenendo visibilità tra gli insospettabili; in autunno ha dominato l’ultima edizione di X-Factor, accaparrandosi i migliori talenti per la propria etichetta e surclassando gli altri giudici. Nel frattempo, tanti singoli e videoclip di successo, di generi molto diversi.

Al di là della potenziale deriva politica (comunque difesa efficacemente come libertà di pensiero), i testi delle canzoni di Fedez sono da sempre divertenti ma anche relativamente profondi; la novità del giorno è che il Fedez-pensiero si estende non solo nelle tante interviste e sui social network, ma si può ritrovare anche su Il Fatto Quotidiano. Anche in questo caso ironia, stile e freschezza sono mescolati per portare avanti messaggi maturi e molto contemporanei.

Non fate quella faccia: che siate radical chic o amanti del rap old school, fate un passo indietro e provate a ragionare su quanto Fedez sia un buon esempio per tutti i suoi coetanei. A soli 25 anni è riuscito a costruire e investire un patrimonio, a crearsi e diffondere le proprie idee, ad affermarsi pubblicamente come persona buona (cfr. storia della ragazzina obesa difesa dai potenti) ma scaltra. Come probabilmente si addice a ogni buon imprenditore, al di là dell’industry.

Fiat negli USA

Mentre si affastellano notizie sul titolo FCA e sull’eventuale quotazione di Ferrari in Borsa, le attività delle innumerevoli case automobilistiche (o forse bisognerebbe dire dei marchi, vista la virtualizzazione del concetto originale) appartenenti alla galassia Fiat-Chrysler continuano con alti e bassi, in un mercato ormai probabilmente in decrescita strutturale e non sufficientemente ancora sostenuto dalle alimentazioni alternative al petrolio.

Per il mondo ex-Chrysler l’avvicinamento a Fiat è stato un toccasana per ripartire dopo il semi-fallimento e penetrare più profondamente in Europa; per Fiat e le sue sorelle di matrice italiana per ora la strada ritsulta molto più in salita. Lo sbarco negli Stati Uniti è sembrato sino ad ora più un’iniziativa di natura finanziaria che l’effettivo ritorno in massa su un mercato più volte testato e abbandonato; ma non si può dire che non ci stiano provando.

In autunno il mercato d’oltreoceano era rimasto decisamente colpito dallo spot di una 500 che “prende” una pillola di Viagra e diventa un mini-SUV; lo spot si è visto girare parecchio in Rete e poi è approdato anche in Europa. Prima era stato il momento delle Gif animate: dopo aver lanciato un tumblelog mantenuto ben aggiornato ancora oggi, Fiat USA aveva realizzato anche degli spot assemblando Gif prodotte low cost ma molto d’effetto.

Una bella dose di innovazione rispetto alle tracce di comunicazione pubblicitaria degli scorsi anni: qualcuno ricorderà il pomposo lancio della Grande Punto una decina di anni fa, Richard Gere santone per Lancia, o il tremendo spot con Oh Marie remixata. Oggi finalmente siamo di fronte a una multinazionale che comunica in maniera professionale su tutti i canali, con accento internazionale. Chissà come andranno le vendite, almeno negli Stati Uniti.