Buon 2016 (sopravvivendo al 2015)

Pressoché tutti i giornali italiani a cavallo del Natale si sono confrontati sull’interpretazione dei dati sull’incremento di mortalità rilevato nei primi due quadrimestri dell’anno rispetto al precedente. Decine di migliaia di morti in più, con ipotesi assortite sulla possibile correlazione con crisi e minori cure.

Un impeto di ottimismo collettivo, giusto per chiudere in bellezza l’ennesimo anno economicamente difficile; anche se venisse confermato il segno + nella crescita dell’economia italiana su base annua, difficile pensare che 1 per mille sia un valore significativo per poter dire di aver “svoltato”.

Buoni festeggiamenti di fine anno a tutti i lettori di .commEurope con la solita lagna: prima o poi magari la crescita tornerà a essere dell’1 per cento e ci sembrerà tantissimo. Nel frattempo continueremo a raccogliere i cocci qua e là, sperando siano sufficienti per tirare avanti… In salute.

Il solito Ferragosto angosciante

Ecco i migliori auguri di Ferragosto ai lettori di .commEurope, sperando che siano per la quasi totalità in ferie.

La cosa potrebbe non essere così scontata: molti di noi stanno lavorando a pieno ritmo per inseguire una ripresa che non c’è.

I soliti influssi finanziari internazionali (Grecia prima, Cina poi) ci stanno avvelenando agosto, come tradizione nell’ultimo quinquennio.

Si preannuncia un autunno-inverno caldo: speriamo di trovare un po’ di relax quando gli altri lavoreranno, usciti o meno dalla crisi eterna.

.commEurope festeggia 10 anni

Domani .commEurope compie 10 anni. Un traguardo importante, per un blog su temi tendenzialmente “lavorativi”, senza grosso spazio per la vita personale di chi lo scrive. Una piccola bandierina che si spera essere la prima di una lunga serie, anche se qualche dubbio c’è: tra 10 anni esisteranno ancora i blog?

Sicuramente già in questi anni la moda ha avuto alti e bassi; il picco maggiore probabilmente a metà del decennio scorso, poi la resa incondizionata ai social network; oggi la riscoperta del mezzo come piattaforma per raccogliere articoli su poche aree di successo: fashion, gossip, cucina e poco altro, almeno in Europa.

Nei due lustri di vita .commEurope ha subito un progressivo diradarsi della frequenza di aggiornamento, per anni stabilizzatasi intorno ai 3 post al mese e da qualche settimana scesa a 2. Non si pensi a una disaffezione allo strumento: è che il tempo latita, anche per parlare di argomenti cui si tiene.

Buon 2014 a tutti i lettori, sperando che sia un anno ricco di spunti per chi scrive sui blog e un anno ricco di occasioni per i professionisti che li leggono.

Solite lagne di fine anno

Si potrebbero copia-incollare qui i post lamentosi degli ultimi anni su .commEurope e scoprire quanto siano tristemente di attualità; durante l’anno che sta per iniziare si “festeggerà” il quinto anno di crisi consecutivo. Un intero lustro di opportunità perse, di crescite bloccate, di disperazioni a tutti i livelli.

Alcuni di noi sono stati relativamente fortunati nel 2012: progetti interessanti magari con budget più bassi di quelli di un tempo, contesti di lavoro amichevoli senza eventi traumatici come licenziamenti e razionalizzazioni. Continua tuttavia la mestizia di cui si scriveva lo scorso Natale, che non fa investire.

È continuato il sali e scendi dei mercati e l’Italia si ritrova nuovamente con una crisi di Governo; stavolta però la fine del travaglio avverrà con le elezioni politiche e l’avvio di una legislatura che si spera non sarà del tutto vissuta in crisi economica: un decennio consecutivo sarebbe veramente letale per tutti.

Abbiamo visto qualche evento mediatico interessante ed è nata qualche startup notevole: come si anticipava a Capodanno NTV è stata quella che ha attirato più attenzione in Italia; a livello internazionale, forse l’unica operazione rilevante in termini di marketing è stato il lancio di Mondelēz (ex Kraft/Cadbury).

Buona fine d’anno e soprattutto buon 2013 a tutti i lettori di .commEurope: la speranza è quella di non dover scrivere l’ennesimo post-lagna a fine anno, di poter chiudere questo lustro di strazi e dare una svolta significativa alla nostra vita professionale, alle nostre strategie, alle nostre aziende.

Niente previsioni, solo auguri

Oggi questo blog fa il compleanno: 8 anni di post probabilmente di qualità differente, ma tendenzialmente scritti pensando a un pubblico eterogeneo come quello che da sempre lo frequenta. Non sono professionisti del mondo della Comunicazione, ma anche appassionati, studenti e specialist di altri settori.

Oggi però è soprattutto il Capodanno di un anno che, sulla base di quanto si diceva a Natale, molti di noi affronteranno con un occhio di sospetto, sperando in imprevedibili colpi di scena in positivo. Per questo, contrariamente a quanto è spesso avvenuto negli scorsi anni, questo post non include previsioni sul 2012.

Servirebbe infatti una sfera di cristallo ancora più potente degli scorsi anni. Non è infatti questione di trend o di eventi attesi: siamo arrivati a una situazione in cui si procede a schiaffi quotidiani e non solo in ambito finanziario. Quindi l’unica previsione possibile è nel dover vivere ulteriori macrotraumi. O forse no.

Certo ci sono eventi come il lancio di NTV sul mercato ferroviario che potrebbero farci ricordare l’anno incipiente come un anno positivo anche senza queste ennesime fratture, ma la forza della crisi potrebbe tarpare le ali a questi piccoli rinnovamenti. Perciò solo auguri per un 2012 sereno, non previsioni.

Per ora meglio il silenzio

Giusto due righe per dire che no, questo blog non è morto/svenuto/abbandonato ma semplicemente è “in vacanza” per qualche settimana durante il mese di agosto.

Il motivo, più che la scarsità degli argomenti, è la nausea derivante dalla crisi devastante del contesto economico, che ormai è andata oltre a quella finanziaria: passa la voglia di scrivere di qualsiasi cosa.

Gli articoli con cadenza più o meno settimanale torneranno quindi a fine agosto, sperando ci sia la possibilità di tornare a parlare di comunicazione e innovazione, invece di continuare a martoriarsi.

Blog a servizio ridotto

Questo post serve soprattutto a tranquillizzare i lettori di .commEurope: al momento niente drammi estivi come lo scorso anno, ma solo un rallentamento che segue la tendenza estiva di questo blog. La scelta per luglio e agosto 2010 è infatti di diluire l’impegno rispetto al post settimanale tipico di questo blog, ma continuare a scriverci su.

Per molti di noi, si spera per tutti gli amici di .commEurope, questi sono week-end di relax in giro per l’Italia, preludi di periodi di vacanza finalmente imminenti. Capita comunque di lavorare un po’ o di leggere online per mantenersi aggiornati, anche perché altrimenti non ci sarebbe molto di cui parlare quando la voglia di scrivere prevale sulla pigrizia e sull’ozio estivi.

Chissà se tutto ciò vale anche per i corporate blogger. Magari avrebbero voglia ogni tanto di allentare il ritmo, di smettere di scrivere post “attraenti” rispetto alla realtà sonnolenti delle proprie società. Perché un conto è riuscire a perfezionare uno stile di scrittura coerente con l’immagine aziendale, un altro far appassionare i lettori.

Viene quasi da immaginarli, questi corporate blogger annoia(n)ti, che vanno dai referenti aziendali e li convincono che i blog sono morti, che invece di mantenerli a servizio ridotto, tanto vale chiuderli e passare ad una meno impegnativa gestione di un profilo di Facebook. Tanto questo mondo virtuale è così fugace che si può agevolmente dimostrare di tutto.

Una nuova occhiata al .commEurope Zeitgeist

Ad inizio 2008 avevamo dato una scorsa ai dati statistici sugli accessi a .commEurope tramite motori di ricerca, rilevati con Google Analytics. I dati, pubblicati sullo .commEurope Zeitgeist, nel tempo sono stati periodicamente aggiornati e mantenuti in ordine con le consuete modalità di rappresentazione: 100 @ per la chiave di ricerca più utilizzata nel periodo di analisi e giù a scendere per le altre chiavi più usate.

In considerazione del fatto che tra poco si chiuderà il secondo anno di monitoraggio delle statistiche, possiamo ora propore qualche considerazione sull’evoluzione delle ricerche nel tempo e rispetto ai contenuti di questo blog, che è stato mantenuto tendenzialmente aggiornato. Come sempre, ci saranno alcune tematiche la cui rilevanza perdura nel tempo e altre più legate ai personaggi, alle mode e agli avvenimenti del periodo.

Nel primo campo rientrano sicuramente le ricerche afferenti al dominio Teorema Tour – Avitour – TodoMondo. Tutto deriva da un articolo su TodoMondo del 2005, sul quale ormai da anni si avvicendano discussioni infinite (siamo ormai oltre i 140 commenti) su presunti fallimenti, viaggi da sogno a prezzi bassi, bancarotte del tour operator e altre tematiche affini; una specie di forum auto-creatosi nei commenti di un vecchio post.

Nel secondo tipo di ricerche emergono invece spunti legati all’attualità: periodicamente (ed ovviamente non è difficile vederlo con forza in queste settimane), ad esempio, torna in auge la chiave “simboli elettorali”, grazie ad un articolo di marzo 2008. Nel nostro Paese però l’attualità è sempre più monotona ed i temi sempre più simili nel tempo e così anche queste ricerche si stratificano nel tempo, finendo anch’esse nella Top20.

Questi fenomeni riguardano sia le aziende, sia i personaggi. C’è un nucleo ogni giorno nuovo di navigatori accomunato dal ricercare informazioni sull’apertura di KFC in Italia e uno formato da coloro che continuano a volerne sapere di più su Eleonora Berlusconi o su Gianfranco De Laurentiis, ricorrendo ad articoli del 2004. La sensazione comune è che si cerchino sopratutto informazioni e contenuti difficili da trovare in siti ufficiali.

Se ad esempio il sito ufficiale di Muji fosse meglio organizzato e indicizzato sui motori di ricerca, non ci sarebbe bisogno di arrivare su .commEurope; se Milena Gabanelli avesse chiuso una volta per tutte la querelle con Paolo Barnard, non ci sarebbero più decine di visite mensili ad articoli vecchi di oltre un anno; se UniCredit avesse gestito con meno fretta il merge con Capitalia, si approderebbe sul sito ufficiale invece che su questo blog.

L’indicazione, insomma, sembra essere unica: che siate Eleonora Berlusconi o un manager di Avitour, che siate Milena Gabanelli o il product manager di Barilla Alixir (altro tormentone su .commEurope), forse fareste bene a comunicare di più (e meglio) in Rete. Altrimenti chi è interessato a voi (fan, clienti, prospect o anche nemici) continuerà a planare in Rete in articoli magari vecchi, magari negativi, sicuramente fuori controllo.

Anche .commEurope va in vacanza

Undici nel 2004, otto nel 2005, otto nel 2006, sei nel 2007. Non sono le ore medie di sonno di ogni anno (anche se…) ma i numeri di post scritti su .commEurope ad agosto di ogni anno. Quest’anno, vacanze permettendo, si fermeranno a quattro (compreso questo): segno di rilassamento rispetto ai ritmi forsennati dei primi tempi di .commEurope, ma anche di maggiore attenzione ai contenuti.

Se è andato in vacanza Pollicinor, ancor più .commEurope merita un po’ di riposo. Il rischio, evidentemente, è quello di veder comparire articoli annoiati, scritti tanto per “dovere”. Invece questo blog merita la massima cura nella selezione dei contenuti, in rispetto dei lettori abituali e di quelli che vi arrivano cercando approfondimenti su temi di comunicazione, marketing e non solo.

Non andranno in vacanza i commenti, anche se ovviamente rimarranno moderati. Ciò vuol dire, probabilmente, che un sacco di persone, come al solito, si lamenteranno perché le proprie lamentele verso Todomondo, come al solito incomprensibilmente scritte su .commEurope invece che inoltrate al tour operator, verranno pubblicate con leggero ritardo. Che volete farci, anche i blogger vanno in vacanza e magari non bramano così tanto di leggere notte e dì le sventure delle vacanze altrui.

Tutto bene ciò che finisce bene (dopo aver perso tempo e risorse)

È passato quasi un anno e mezzo da quando, su queste pagine, si gridava vendetta per la brutta vicenda vissuta da commeurope.it: un tempo quasi infinito per i ritmi veloci della Rete, un periodo quasi invisibile per la burocrazia. Riassumendo la vicenda: dopo circa 7 anni di registrazione, il dominio commeurope.it era stato rubato da cybersquatter olandesi; a nulla erano valse le richieste inoltrate alla Registration Authority Italiana per far notare la guerra che si era sviluppata in poche ore intorno al dominio, rapidamente finito sulle pagine pubblicitarie dei domain trader grazie ad un “banale” (ma evidentemente ambito) PageRank 4. Non era bastata nemmeno una denuncia formale presentata alla Polizia Postale: il Nic non si muove a meno di non obbligare la controparte a comparire davanti al giudice.

Da notare che gli estremi per la denuncia e per la revoca del dominio c’erano tutti: i cybersquatter avevano trasformato il dominio in un ricettacolo di link-spam, utilizzando però alcune pagine originali prese da .commEurope per mostrare comunque dei contenuti legittimi ai motori di ricerca. Un caso ai limiti del phishing, insomma: nonostante il blog andasse avanti sul dominio ufficiale e sebbene gli articoli “fotografati” fossero fermi a diversi mesi prima, alcuni lettori di .commEurope scrivevano e-mail del tipo «Come mai il blog non è più stato aggiornato?» (inquietante, bisogna dire). Il buon posizionamento sui motori di ricerca faceva il resto nel portare traffico agli spammer, fin quando dopo qualche mese di agonia Google ha deciso di declassare il PageRank dei link in ingresso e di fatto di far scomparire commeurope.it dall’indice.

I cybersquatter hanno perciò capito l’inutilità di mantenere un dominio ormai spompato e non lo hanno rinnovato. La Registration Authority li ha tutelati come da nuovo Regolamento per ulteriori 3 mesi e mezzo (…) aspettando un loro eventuale ripensamento, poi finalmente ha riaperto (pur con qualche limitazione) la possibilità di registrarlo. Morale della favola: ora commeurope.it è tornato ad avere il suo titolare storico, ma è solo una scatola vuota con un unico redirect a .commEurope, nessuna presenza sui motori di ricerca ed un’inclusione nelle blacklist come splog. Alla fine, evidentemente, è stato solo un grande dispendio di tempo e risorse da parte di tutte le risorse coinvolte: nessuno ha ottenuto vantaggi da questa situazione assurda, il Nic ha dovuto “trattare” decine di fax e .commEurope ha perso qualche visitatore stufo di non vedere l’home page aggiornata (sigh).

La storia è istruttiva per noi, ma non per gli spammer. Con anni di ritardo solo da poche settimane l’ICANN ha iniziato a studiare le dinamche del domain tasting, un fenomeno che ormai riguarda oltre 9 registrazioni su 10 di domini .com e .net (nel resto dei casi, va forte il front running). Un vero e proprio inferno, che toglie qualsiasi voglia di registrare “veri” domini a navigatori privati e ad aziende che non hanno voglia di sbattersi in tribunale per far valere i propri diritti. Un Far West che va molto al di là delle strategie di marketing e che sfocia direttamente nella criminalità: pensiamo a cosa succederebbe se anche nel mondo reale fosse così difficile difendere il proprio buon nome, la propria immagine e i propri marchi. Una volta tanto, insomma, la Rete deve imparare dal mondo fisico. E imparare tanto.