La “Lotta europea a falsari e pirati” va avanti

Così si chiama l’articolo tratto dal resoconto parlamentare di ieri, dopo che il Parlamento Europeo ha approvato la tanto temuta Direttiva su «Measures and procedures to ensure the enforcement of intellectual property rights». A poco sono valse le proteste dell’International Campaign for an Open Digital Environment (CODE): probabilmente, solo a rifocalizzare la portata del provvedimento sulle attività illegali commerciali, piuttosto che sulle responsabilità dei privati.

In senso opposto, nota Zeus News, va il Decreto Urbani: Pier Luigi Tolardo paventa addirittura un possibile processo presso la Corte di Giustizia Europea. Il che, non sarebbe male: almeno muoverebbe le coscienze. Lorenzo Campani ha riportato la notizia per cui la RIAA dovrà chiamare in giudizio i singoli cittadini che violano il copyright: i singoli utenti, per quanto grave possa essere (o meno) il loro comportamento, non sono un’associazione a delinquere. Nelle stesse ore, in Canada venivano date delle belle spallate alle leggi sul copyright.

Curiosare su chi-ha-votato-cosa mostra che gli schieramenti erano tutt’altro che compatti: se molti parlamentari italiani di sinistra hanno votato contro, il resto del Partito Socialista Europeo si è diviso sul provvedimento. Un centinaio di parlamentari hanno appoggiato gli emendamenti del verde Cappato.

Alla fine, per far passare il provvedimento sono bastati una cinquantina di voti in più. Aspettando il parere del Consiglio dei Ministri, la Commissione Europea applaude. Ciò che conta, probabilmente, saranno le adozioni negli Stati membri. A livello europeo, come sempre, le lobby hanno sempre la loro parte, nel bene e nel male.

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