Le origini del Tiramisù ed il punto più basso (di che?)

Probabilmente ben poche persone in Italia utilizzerebbero un motore di ricerca per cercare “tiramisu origini” o “la seconda montagna più alta” o “il punto più basso” o “edificio piu alto del mondo” o “perchè il cielo è blu” o “Brasile Italia 1970” e così via. Strane richieste che però su Google vanno forte.

Merito di Google AdSense, ormai presenza ubiqua su siti piccoli o grandi di tutto il mondo, ultimamente lanciata anche in versione grafica. Le esposizioni di default di Google sono infatti dei “curiosi” quesiti come “Dove si trova il punto più basso della terra?” o “Perchè il cielo è blu?” o “Lo sai qual è la stella più vicina alla terra?”. Chi clicca viene indirizzato ad una ricerca comprendente i termini succitati: fino a poco tempo fa, però, non sempre la versione italiana di queste domande aveva risposte precise.

Ora diversi portali, anche in Italia, hanno fiutato il business di avere il risultato di un’AdWord sui più importanti siti italiani (ad esempio Repubblica.it) gratis: così un sito locale siciliano misteriosamente si interessa a “qual è la Capitale del Perù”, l’ex portale “alternativo” Raulken.it si appassiona al tiramisù, un sito che dal nome potrebbe richiamare un network di PR muore dalla voglia di comunicarci qual è la seconda montagna più alta del mondo.

Google, tanto per non farsi mancare nulla, è ormai saldamente in testa tra i siti più visitati in Italia: si accorgerà anche di questa magagnetta all’italiana?

La possibilità di comunicare, l’impossibilità di avere figli

È ancora presente in Rete qualche traccia dello studio che qualche anno fa cercò di dimostrare che l’uso del cellulare avesse effetti positivi: addirittura, aumentava la prontezza di riflessi! Per il resto, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un continuo batti e ribatti tra le due fazioni del “danni minimi o nulli” e del “moriremo tutti di cancro”.

Oggi apprendiamo che, anche senza impatti così drammatici, la voglia di comunicare degli europei (italiani e nordini in primo piano) rischia di aumentare la bassa natalità che già caratterizza i nostri popoli: il cellulare messo nella tasca dei pantaloni potrebbe, infatti, rovinare la qualità dello sperma.

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Tira più un pelo di Sting…

Sting si è lanciato anema e core in una specie di elogio delle virtù delle droghe? Pessimo gesto, secondo il Senatore Michele Bonatesta di AN: «fanno più guasti le parole di Sting che mille spacciatori. Perché i ragazzi ascoltano più un cantante che i genitori, vengono “educati” più da uno Sting che dalla famiglia, dalla scuola, dalla Chiesa.» Detto da un consigliere di vigilanza sulla RAI, ha un che di inquietante…

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Giovani target crescono

La torta preferita dai ragazzini inglesi...Mentre Colao va a risollevare le sorti dell’asfittica RCS, i manager di Vodafone e delle altre compagnie europee continuano ad arrovellarsi su chi sia il target ideale per propinare i servizi di terza generazione. Tutto sommato, la voglia degli europei (italiani in primis) si è espressa negli ultimi anni soprattutto con voce e SMS: altro che servizi a valore aggiunto…

In Francia come in Italia, d’altronde, i VAS sono stati soprattutto loghi, suonerie e gadget similari. Un business, peraltro, saldamente in mano ad operatori terzi o alle compagnie stesse (Nokia in primis). Ideone brillanti come i videogoal non sono state (Deo gratias…) premiate così tanto dal mercato. In generale, operatori come Blu in Italia e svariati altri nel resto d’Europa (H3G, in genere), sono stati puniti più che essere premiati per i tentativi di innovazione.

In queste ore fa scalpore una ricerca di Teleconomy Group, un’azienda specializzata in indagini sociologico / economiche sull’uso dei telefoni cellulari…

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Voci dall’al-di-qua

La locandina di 'Fahrenheit 9/11'Sì, Ray Bradbury è vivo. Chi avrebbe mai detto che l’autore di Farheneit 451 fosse così vivo da indiavolarsi per la scelta di Michael Moore di “scimmiottare” il titolo del suo libro più celebre? Mentre ferve l’attesa per il (sicuro) successo di Fahrenheit 9/11, noi europei stiamo ad osservare il tiro al piattello di cui Moore è oggetto dall’altra parte dell’Oceano.

Non bastava l’ostruzionismo del distributore ed il successivo rating “over-17”. Ora persino Ray Bradbury, l’ultimo grande maestro della fantascienza ancora in vita, chiede le scuse a Moore. Il regista risponde dicendo che è solo un riferimento alla temperatura cui brucerebbe la libertà… (?) Dalla sua parte si schierano i democratici, che notano come Bradbury a sua volta sia stato un “ladro di titoli”.

A quando una richiesta di scuse anche per il titolo Citizen Berlusconi?

T.a.f.k.a.M.

Qualche anno fa i fan di Prince rimasero un filo perplessi quando il loro idolo gridò al mondo che non aveva più nome: era solo «the Artist (formerly known as Prince», per gli amici TafkaP. Poi dissero “se lo dice lui, sarà sicuramente cool!” e così tutti, fondamentalmente, se ne dimenticarono. Allo stesso modo Puff Daddy continua ad essere chiamato col suo primo nome d’arte più che P-Diddy.

Ovviamente sarà lo stesso anche per Louise Veronica Ciccone. Madonna è ormai un marchio che da oltre 20 anni domina le scene dell’entertainment. Con atteggiamenti quanto meno trasgressivi. Così commenta la notizia Malene Arpe, in un suo articolo sul Toronto Star:

«She simulated masturbation, while wearing a wedding dress, at the 1991 MTV awards.

She vigorously fellated an Evian bottle in the documentary Truth Or Dare.

She enthusiastically tongued youngsters Britney Spears and Christina Aguilera on international television.

She brought sado-masochism into the mainstream with a creak of her leather in the video for “Justify My Love.”

She posed all hot and bothered with Isabella Rosselini, Naomi Campbell, Big Daddy Kane and Vanilla Ice in the book Sex.

She efficiently emasculated former cutting-edge movie director Guy Ritchie simply by marrying him.

She’s … err … Esther!??

No offence to people named Esther, but when the news came that über-poptart Madonna has decided to change her name, Esther wasn’t exactly what sprung to mind.»

Qualcuno dice che il cambiamento sia dovuto all’andazzo della vendita dei biglietti negli Stati Uniti. I dispiacci stampa europei si soffermano sulla vittoria contro chi camminava nel suo parco ma soprattutto sulla sua vita da perfetta mammina. Negli Stati Uniti, invece, fa clamore il suo paragone tra Bush e Saddam Hussein. Comunque vada, insomma, basta che si parli di lei.

Tutti (o quasi) pazzi per LinkedIn

Prima c’era stato Orkut, poi mille altri, infine LinkedIn: la mania dei social network sembra la prossima moda emergente, dopo quella dei portali, quella delle comunità, quella dei blog e via all’infinito… Periodicamente la Rete partorisce delle buzzword e chi in Rete ci sta un po’ più della media (in termini di tempo speso on line e di presenza in comunità varie) se ne innamora. Poi se ne accorgono gli investitori e sono dolori.

Stavolta, dunque, è la volta delle “reti sociali”. Tornano alla carica i soliti noti (venture capitalist, piccoli e grandi investitori) e si ricomincia a respirare quel clima da febbre da IPO. Anche i revenue model sono moooolto innovativi: pubblicità, prima di tutto.

LinkedIn, in realtà, ha idee diverse. Stanno cercando di creare una LinkedIn-dipendenza che un giorno possa fruttare una fee mensile. C’è chi parla di “favors economy” e chi crea reti di oltre 3.000 persone per lanciare a sua volta il proprio sito. Si ottengono persino premi in Italia, facendolo. C’è anche chi, però, dopo aver inviato inviti a tutte le persone conosciute professionalmente negli ultimi anni, ci ripensa: forse stiamo tutti regalando eccessivamente potere a LinkedIn e soci. La legge di Metcalfe non perdona.

Asimmetrie informative ed offerte promozionali

Ennesima puntata del caso “Un milione di kilobyte per tutti” (e non è uno slogan elettorale). Gli utenti fedeli a Yahoo! Mail hanno ricevuto un allargamento della propria mailbox a 100 MB per gli account free ed a 2 GB per quelli a pagamento. Offerta interessante: si pagano solo 19.95 $ l’anno e si ha un bel servizio, tra l’altro di dimensioni doppie rispetto a quelle di GMail.

Quello che colpisce in questa fase, però, è che gli utenti molti utenti europei semplicemente non conoscono nemmeno l’esistenza, di GMail. Sia nelle comunità virtuali che in quelle reali, fioccano le discussioni che decantano le lodi dell’iniziativa di Yahoo!.

Ciò che molti appassionati “tecnologi” hanno scoperto in queste ore, dunque, è che al di fuori della ristretta cerchia di blogger, informatici e markettari che popola la Rete, gli utenti finali stanno pensando che sia stato Yahoo! il first mover. Molti portali europei, è facile notarlo, si sono ben guardati dal riportare le notizie in merito negli scorsi mesi.

Quando GMail nascerà ufficialmente, troverà un panorama molto cambiato rispetto al 1° aprile. La suspence, sulla Rete, dovrebbe avere un ritmo molto maggiore che nel mondo “reale”…

Brutti, ma efficienti?

Il classico banner...

Questo è un saggio della galleria degli orrori formato banner che in questi giorni affolla i portali italiani. C’è un po’ di tutto: dagli italoforzuti ai socialisti, con tanto di flash con De Michelis sorridente (cosa avrà da ridere?)…

La campagna di Forza Italia, tuttavia, “brilla” per i suoi protagonisti in bassa risoluzione. Il nome dei file contiene di solito la parola “indecisi” anche perché, evidentemente, è proprio quello il target prediletto in questo periodo.

Quello che lascia perplessi, piuttosto, è lo stile. On line come off line, il partito di Silvio Berlusconi continua a riproporsi con uno stile molto “popolare”. Strano, per un partito che si rivolge sì alle masse, ma anche ai liberi professionisti rampanti che sembrererebbero essere il futuro dell’economia italiesca. Proprio oggi Gianluca Neri metteva in guardia contro i rischi di schede non valide…

Lo stile “low profile” avrà successo anche stavolta?