Morto un Papa se ne fa un altro e tutti e due lavano la faccia

Nella secolarizzata Europa anche l’appartenenza intransigente alla Chiesa Cattolica è uno stile di vita: richiede molto spirito di sacrificio ed una netta voglia di rimanere fuori dalle cose del mondo. A seguire le “normative” della Chiesa, d’altra parte, il rigore morale è il fulcro di tutta la vita del cattolico. Tutto sembra muoversi verso la “deriva” cui accennava l’ex presidente di Azione Cattolica Antonio Tombolini molte ore prima delle elezioni di Ratzinger.

L’arzillo tedesco, d’altra parte, è noto per le sue posizioni: nell’ideale marketing della Chiesa, l’averlo cooptato ad uomo – immagine è stata una scelta forte, fortissima. Un messaggio, verrebbe da dire, per gli intransigenti di cui sopra: “siate forti, il Papa è con voi”. Certo, è ben difficile che il “servizio” trovi nuovi clienti, ma è pur sempre una strategia: fidelizzare i loyal customers (anche se hanno mediamente novanta anni e magari sono l’1% dei propri clienti) piuttosto che ambire a nuovi segmenti di mercato o quantomeno fidelizzare i clienti tentati dalla concorrenza.

Papa Benedetto XVI, vista l’età, forse non vivrà a lungo: tra qualche anno potremo di nuovo giocare al “Toto-Papa”, ma in un mondo diverso. Perché Ratzinger l’avrà cambiato, ma anche perché i media saranno cambiati: già in questi giorni abbiamo visto quanto fosse importante la loro ombra sul Conclave, quanto si discutesse di papi e cardinali su blog, newsgroup, comunità virtuali di tutto il mondo.

Quando Ratzinger ci lascerà, la Chiesa dovrà ri – focalizzare, ancora una volta, la sua strategia: chissà che, stavolta, non scelga un Papa sudamericano, come molti si auguravano in segno di attenzione ai popoli più vasti (e sofferenti) del mondo cattolico. Nel frattempo, c’è tanta nostalgia per Giovanni Paolo II: chissà cosa penserà di questa elezione, lassù.

7 pensieri su “Morto un Papa se ne fa un altro e tutti e due lavano la faccia

  1. È facile fare dell’ironia sulla penetrazione del prodotto ed altre locuzioni marescialle. È una fede, non un prodotto da vendere.

    Ecco la dimostrazione che il relativismo ha fatto danni. Manca il rispetto nelle argomentazioni. Tollereremmo un cattolico che sfotta così il laicismo, senza provare fastidio?

    Giudizio da laico, che cerca di restare serio.

  2. Il mio sentimento è l’opposto della “gioia”: a me non dispiacerebbe rivedere la Chiesa ridare speranza al Mondo (coinvolgendo nuovi adepti, dunque) piuttosto che chiudersi nell’oscurantismo.

  3. Contento tu. Io resto del parere che avvalersi di una logica mercantile per un’analisi che può, al più, essere politica sia un segno di cessione al relativismo dei valori, ovvero alla ragione per cui molti si trovano spiazzati di fronte a questo Papa con cui, credo, la Chiesa vuole soprattutto rimarcare i confini della propria identità.

    Che poi, con questa scelta, probabilmente perderà “clienti” è un fatto su cui posso concordare. Non gioirne, però, dato il vuoto di valori civili che accoglie i transfughi…

  4. Come immaginavo, siamo d’accordo. Grazie dello scambio d’opinioni, spero tu abbia apprezzato quel po’ di provocazione che lo ha permesso. Capendo che volevo difendere il discorso da un’ingiusta banalizzazione.

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