Chi ha inviato il proprio sito a Firenze?

Era proprio l’11 maggio, ma del 2004, la data fatidica in cui lo Stato sembrava prendere il sopravvento sulla Rete: il giorno dopo sarebbe entrata in vigore la Legge 106/2004, quella aveva creato uno scompiglio notevole tra webmaster professionisti ed amatoriali, vista l’ipotesi (anzi, l’obbligo) di dover inviare, su base periodica (entro 60 giorni dalla pubblicazione) copia del proprio sito alla Biblioteca Nazionale di Firenze.

Nei giorni in cui Nick Berg veniva decapitato, ci si chiedeva quali fossero le conseguenze, pratiche e teoriche, di questo soffocante vincolo: molti si sarebbero presto stufati di rischiare multe su multe per tenere in vita il proprio sitarello personale. Ancor peggio per i blog, che essendo aggiornati su base quotidiana rischiavano di venire travolti, nella stessa loro natura, da questo tipo di farneticazione legislativa.

Fu la BNF stessa, qualche giorno dopo, a cercare di calmare le acque, temendo una terribile invasione di CD-Rom contenenti siti di ogni natura: il comunicato della direzione invitava espressamente tutti a deporre le armi e rilassarsi, in attesa del Regolamento attuativo, previsto nei sei mesi successivi. Regolamento che, però, non è mai arrivato.

Nel Comunicato della Biblioteca Nazionale, d’altra parte, si indicava che, insieme alle consorelle di tutto il mondo, anche la nostra aveva dato avvio all’International Internet Preservation Consortium, un sistema di crawling utile per “salvare” memoria delle informazioni pubblicate sula Rete. Le notizie, sul sito ufficiale, si fermano proprio al maggio 2004. Cosa è avvenuto, nell’ultimo anno? Finita la voglia di memorizzare il memorizzabile (e non)? Fortunatamente, l’Internet Archive continua a funzionare, nel silenzio, ma con discreta efficacia.

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