Quando accelerare diventa pericoloso

Google ha ancora una volta spinto il piede sull’acceleratore ed è scivolata su una gigantesca buccia di banana: Google Web Accelerator è stato sì rilasciato in beta, ma ad un numero persone tale da scatenare un putiferio. Come hanno subito notato i commentatori statunitensi, l’azienda zsta seriamente rischiando di rovinare la propria reputazione a causa di una serie di rilasci affrettati di prodotti in fase di test a persone che non hanno la minima idea di cosa si intenda con “beta”.

La sofisticatezza tecnologica di GMail, unita al sistema ad inviti molto rigido (almeno nel primo anno di vita), aveva fatto sì che la beta fosse di fatto un rilascio pubblico ad una comunità di Internettomani subito pronti a comprendere i potenziali (minimi) problemi del mezzo, senza incaponirsi su questioni riguardanti privacy e dintorni, sostanzialmente importanti, invece, per i media e l’audience più ampia. Oggi GMail è un prodotto maturo e formidabile, pronto, appunto, per un rilascio in grande stile.

Con l’Accelerator, Google ha sbagliato molti passi, fin quando ha dovuto sospendere la distribuzione dell’Accelerator, visto che i bug erano troppo evidenti, i commenti degli utenti troppo acidi, quelli degli analisti troppo orientati a dichiararlo un “rallentatore” della navigazione. Nel frattempo, i web designer hanno scoperto che il programmino scaricava fin troppo e troppo velocemente, inseguendo tutti i link su cui il mouse si soffermava, quelli “distruttivi” compresi.

Chi gliela faccia fare, a Google, resta un mistero. L’accoppiata Google più AdWords più AdSense è un mostro di redditività. Accessori come GMail e Google Desktop possono accrescere la fedeltà al marchio e costruire buoni database di conoscenza sull’utente. Ma qual è l’utilità di rilasciare servizi poco sensati come l’Accelerator, progettato per un mondo in cui le pagine erano tutte html puro, non dinamiche e cacheabili senza grossi problemi? Farsi del male? Tenere alta la bandiera dell’innovazione a tutti i costi, sperando di far faville in Borsa?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.