Il rumoroso silenzio di uno sciopero

A volte anche ai blogger più esagitati capita ancora di leggere i quotidiani on line. Perché magari li ritrovano linkati nei post del vicino di piattaforma o, è l’ultima moda del momento, ne hanno voluto premiare la sete di innovazione inserendo qualche timido RSS nel proprio aggregatore. Senza voler entrare nell’infinita polemica scaturita da un intervento di Zambardino proprio sul rapporto tra blogger, giornalisti e link che li collegano (o meno), ogni tanto qualche riflessioncina sulla visibilità della stampa tradizionale in Rete (e di quella “alternativa”) la si può anche fare.

Restando al caso italiano, colpiscono oggi i disclaimer in cima alle home page di Repubblica.it e Corriere.it: colpiscono magari non a prima vista, ma attirano sicuramente l’attenzione di coloro che, per caso o per scelta, transitano da quelle pagine più di una volta al giorno e trovano il proprio sito preferito sempre immobile ed uguale a sé stesso. Dando un’occhiata al comunicato del Corriere della Sera, si scopre che i quotidiani free non sono usciti ieri, l’intero sito rimane senza aggiornamenti per tutta la giornata di oggi, mentre il quotidiano non esce nelle edicole domani. Il 20, invece, è il turno dei radiotelevisivi. Insomma, in un sol colpo si spegne il flusso informativo per un’infinità di giorni.

Le motivazioni della FNSI, ovviamente, sono più che giuste. Tuttavia, a guardare Google News Italia dello sciopero non sembra esserci traccia: centinaia di collegamenti, come ogni giorno, vengono catalogati e segnalati in base alla loro importanza. Non è un caso che a prima vista risaltino segnalazioni di articoli tratti da siti come Ragionpolitica.it (?). Continuano a persistere i collegamenti alle testate giornalistiche di articoli di ieri, ma col passare delle ore scendono implacabilmente nella gerarchia automatica del servizio. A scorrere la pagina, invece, si trovano numerosi link ad articoli tratti da RaiNews24 o da La Padania On line.

Morale della favola, anche se l’informazione ufficiale si ferma, c’è sempre qualcuno che mette in linea contenuti aggiornati e no, non si sta parlando dei blog o dei newsgroup. C’è tutta una selva di siti a metà strada tra l’amatoriale ed il semiufficiale che iniziative come Google News premiano e portano allo stesso livello dei siti informativi ufficiali. Visto che sono secoli che nel Web Italiano si parla di mancanza di contenuti, forse è il caso di iniziare a “mappare” meglio il mondo.

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