Aziende (auto)certificate ed etichette furbette

Marcatura CEEsiste dal 1993 e la incontriamo spesso: la marcatura CE di solito fa bella mostra di sé sui prodotti tecnologici, sui giocattoli, sugli occhiali da sole. Ad ognuno comunica qualcosa in maniera diversa, ma tutti sono sicuri che è un simbolo di sicurezza che le istituzioni europee affidano solo ai prodotti che rispondono agli standard. Sbagliato: la marcatura è frutto di autocertificazione da parte dei produttori: una volta apposta, la marcatura non ha scadenza e diventa un vero e proprio lasciapassare per tutto il mercato europeo, visto che nessuno Stato può rifiutare l’entrata sul proprio territorio di un prodotto che reca le due letterine magiche.

Ricicla (qualcosa)Quest’altro simbolo invece deriva addirittura dall’ISO, notoriamente fonte di rigide regolamentazioni. Anche in questo caso si tratta di autocertificazione, ma qui il dubbio è ancora maggiore del precedente: sebbene in tutti noi ormai susciti l’idea del riciclo, è ufficialmente permesso che la sua presenza su una conferzione possa significare sia che il prodotto ivi contenuto è riciclabile, sia che solo il contenitore stesso è riciclabile, sia che il prodotto è fatto di materiale riciclato, sia che è solo il contenitore ad essere di materiale riciclato. Chiaro esempio di comunicazione, no?

Isolamento elettrico di Classe IIIl doppio quadrato a sinistra è misterioso ma presente selettivamente su alcuni prodotti elettrici ed elettronici: come per tanti altri il consumatore spesso lo ignorerà totalmente. In realtà, dovrebbe servire a comunicare ai Clienti, quali sono i prodotti con isolamento elettrico di Classe II. Diffusa a livello europeo, sarebbe un’indicazione interessante poiché indicante una serie di prodotti le cui caratteristiche permettono di supporre una maggiore sicurezza anche in impianti elettrici senza collegamento a terra, situazione purtroppo non così rara in molte abitazioni del Vecchio Continente.

Decente entro 24 mesiIl barattolino a destra è invece presente sui prodotti igienici e cosmetici: basta guardare i propri e sicuramente lo si troverà, sebbene microscopico, visto che è obbligatorio. Sta ad indicare il Period after Opening, cioè il valore di mesi in cui il prodotto conserva uno stato di affidabilità e sicurezza. Forse in pochi pensano al fatto che prodotti delicati come le creme o i dentifrici stessi, quotidianamente a contatto con il nostro corpo, possano perdere poteri o addirittura diventare dannosi, dopo un certo periodo di contatto con l’aria. La tipica comunicazione pubblicitaria legata all’efficienza di questi prodotti effettivamente lascia supporre poteri magici insiti per natura stessa dei prodotti.

Magari, un giorno, ogni volta che si acquisterà un dentifricio per la casa al mare si penserà a guardare i mesi di validità, oppure si sceglierà un oggetto elettronico anche in base alle certificazioni di sicurezza segnalate. Per ora, guardiamo distrattamente ai simbolini che campeggiano sui prodotti che utilizziamo quotidianamente o li ignoriamo del tutto, visto lo scarso potere comunicativo con cui sono stati realizzati. A volte sono graziosi, in altri contesti magari rovinano il look di un oggetto a causa della loro stessa esistenza.

Non abbiamo grossa sensibilità su questi temi e probabilmente pensiamo che siano stati messi lì da qualche ente supremo per stupidi motivi burocratici, quali dazi assolti ed astruse verifiche di sicurezza in laboratorio. Per fortuna, la Banca Dati Marchi di Altroconsumo riesce a spiegare ai consumatori tutta la strana simbologia di matrice europea ed internazionale, distinguendo quelli veramente importanti da quelli che addirittura sono stati creati da alcuni produttori: sono avvertite le aziende furbastre.

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