La vendetta degli Editori sul Web

Già qualche anno fa, in piena bolla malefica, era facile notare come in Europa (ed in Italia in particolare) gli Editori tradizionali erano gli attori più vivaci della Rete. Quando i quotidiani contenevano ogni giorno (almeno) un CD di autoconfigurazione dell’accesso ad Internet, ognuno di loro faceva la gara a convincere più gente possibile a registrarsi ai servizi, vista la disastrosa credenza che un registrato valesse (allora) 2 milioni di ricavi (non di fatturato) sicuri in breve tempo (chissà come). Restano così indimenticabili i messaggi pubblicitari di KataWeb disseminati ovunque sulla copertina de La Repubblica. Chi non ricorda Jumpy che salterellava tra le riviste di zia Mondadori?

Anche se c’è poco da ricordare, una delle ultime meteore fu Concento, il portale lanciato dal Corriere della Sera quando ormai si era avviata la china della bolla. Era un’idea malsana e del tutto fuori tempo: ma sembrava un atto dovuto, per dire “vabbé, dovevamo farlo”. Ovviamente fu un flop clamoroso e presto finì nella galassia di Dada. In quegli anni, d’altra parte, RCS e Dada iniziavano a tessere legami forti, rispetto alla nascita fiorentina del provider toscano che determinava i suoi legami, anche societari, con Poligrafici Editoriali e MonRif.

Quando Dada era nata, in quella libreria del centro di Firenze come vuole la leggenda, era un ISP. Poi è diventata altro, crescendo a dismisura in alcuni settori e cambiando progressivamente business model: tutt’ora fa tanti mestieri diversi, ma i risultati del 2005 mostrano un forte aumento dei ricavi delle attività consumer, quali VAS su mobile e servizi di community (essenzialmente dating). Risulta poco chiaro, invece, cosa voglia fare dei servizi B2B: è sembrata una scelta opportuna per tutti gli attori coinvolti l’uscita da AdMaiora, rimane perplessità per l’aumento dell’impegno in Register.it.

La decisione di RCS Mediagroup di acquisire Dada, d’altra parte, va in tutt’altra direzione: è la rivincita dei contenuti sulla connettività, della parola sul bit. C’è da scommettere che è solo la prima mossa di un mercato editoriale che progressivamente prenderà la sua rivincita sul Web: la prossima mossa, è facile prevederlo, sarà del Gruppo Editoriale L’Espresso. Mosse dei concorrenti che dipenderanno, comunque, dal valore che Dada saprà portare alle attività quotidiane del grande gruppo di Via Solferino, sempre che i soci riescano a discutere di strategie e mercati pubblicitari in un Consiglio di Amministrazione con 13 membri. Restino in guardia le poche entità ancora indipendenti della Rete: gli Editori son tornati ed hanno sete di vendetta.

2 pensieri su “La vendetta degli Editori sul Web

  1. Ottima analisi, complimenti Giuseppe.

    Esilarante l’ultima parte: un CdA con 13 membri, parlo con cognizione di causa, ha possibilità di successo esclusivamente a condizione che 12 di loro siano costantemente impegnati altrove!

  2. Pingback: Pingback dall’articolo » Nove centesimi

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