Comunicare le idee alle aziende

È un terreno interessante, quello che si trova all’intersezione delle practice più valide di comunicazione interna e knowledge management: si tratta di quello spazio ricco di potenzialità ove confluiscono le idee più brillanti degli stakeholders aziendali. Frontiera non troppo conosciuta in Europa, che tuttavia sta trovando nuovi adepti nel resto del Mondo e, c’è da augurarselo, progressivamente prenderà piede anche nei nostri Paesi. Lo farà, forse, anche grazie ai testi sull’argomento ed ai manager brillanti che li leggono.

Valorizzare le idee, sapere costruire un flusso di comunicazione che le porti da un lato ai piani decisionali, dall’altro alla Ricerca & Sviluppo, sono competenze che i manager dovranno apprendere e far evolvere: ne va di mezzo non la scoperta del Grande Prodotto Che Farà Esplodere Il Fatturato Aziendale, ma il consolidamento della conoscenza e dell’esperienza su passato e presente in qualcosa di molto utile per il futuro. Le piccole aziende, almeno quelle non troppo devote al figlio del titolare come unico vate (tipico caso italiano), lo fanno da sempre: grazie alla comunicazione orizzontale tra i pochi collaboratori, le idee fluiscono rapide ed incisive.

Non è questione di positività o negatività degli effetti: a volte persino un pettegolezzo su un dipendente dell’azienda concorrente è più utile di un sofisticato sistema di monitoraggio del mercato. Le grandi organizzazioni continuano a lottare con la burocrazia ed invece di esserne avvantaggiate, ne sono sistematicamente vittime: quando le parole viaggiano su moduli intestati, le idee rimangono incastrate nei blocnotes (virtuali, magari), di chi le possiede. Rendere fluida la comunicazione pluridirezionale garantisce qualcosa di più della gratificazione dell’individuo, interno od esterno, che quelle idee le ha partorite: permette di valorizzarle e renderle valore.

Chi della comunicazione e delle idee fa il suo mestiere, sa cogliere il punto: esempio intelligente è quello di Open-Nòva, l’area open source de Il Sole 24 Ore che è appena stata aperta ai contributi dei lettori più giovani, escludendo gli over – 26. Una scelta che sa dove andare a parare: saper cogliere le idee non vuol dire creare calderoni di ideuzze ed informazioni, ma individuare chi potrà apportare quelle opportune, nel momento corretto, offrendo gli strumenti ed i megafoni per farlo. Liceali ed universitari attuali hanno molto da dire ai lettori del quotidiano economico: restiamo in ascolto, apriamo le orecchie alle nostre aziende.

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