«E Brown ha venduto due copie in più del suo libro»

La conclusione dell’articolo di Luigina d’Emilio su questo animato week-end di lancio mondiale del film tratto da Il Codice da Vinci è probabilmente la sintesi migliore delle mille voci levatesi a discutere sulla vicenda narrata da Dan Brown prima ancora che della sua trasposizione cinematografica. Qualsiasi discussione sull’argomento, di segno positivo o negativo essa sia stata, ha infatti contribuito a pubblicizzare ulteriormente l’uscita nelle sale, che come prevedibile ha visto un bagno di folla in tutta Europa.

Il film, come nota l’insospettabile Lietta Tornabuoni, è un «brutto thriller», colossal quanto basta per avere successo nei cinema: dal punto di vista estetico più che per i contenuti, visto che come sottolinea la critica, si tratta per lo più di divagazioni pseudo-filosofiche impastate in salsa di secolarismo. Forse è un peccato vedere due grandi attori come Hanks e Tatou così spaesati, ma probabilmente entrambi hanno colto la palla al balzo di una grande produzione per un grande pubblico: i soldini, si sa, fanno gola a tutti.

La verità storica proposta nel film, d’altra parte, è discutibile al pari di tante altre leggende apparse nel corso dei secoli nel fiorente mondo dell’Occidente cristianizzato: Monsignor Ravasi fa una critica feroce, eppure equilibrata, al fatto che sono state privilegiate alcune “voci”, secondo lui infondate quanto basta per considerarle blasfeme. In fin dei conti, Brown ha fantasticato ad alta voce a proposito di una tradizione tramandata nei secoli attraverso i popoli della cristianità. E con 2 milioni di Euro al giorno solo in Italia, si tratta di una fantasia venduta a buon prezzo.

In tutta l’operazione, infatti, ciò che colpisce davvero è il genio markettaro di Dan Brown da una parte e quello commerciale di Ron Howard dall’altro: comunque vada, sarà un successo. I ciociari in crisi di astinenza da Grande Fratello potranno fare tutti i roghi che vorranno e le organizzazioni clericali si sbracceranno in scomuniche a pié sospinto, eppure tutto ciò che riguarderà film e libro sarà sempre un business clamoroso, nei secoli dei secoli. Amen.

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