Stavolta Internet sul cellulare c’è davvero

Sembrano così lontani i tempi in cui, col solito push commerciale tipico delle aziende Tlc italiane, l’allora non ancora fortissima Omnitel lanciava con squilli di trombe i servizi Wap come mezzo per rimanere aggiornati dell’andamento delle partite di campionato della propria squadra di calcio. L’offerta standard prevedeva un ingombrante Motorola TalkAbout col quale “navigare su Internet”. Peccato che la mirabolante promessa (erano gli anni delle follie e non si poteva non farla), si estrinsecava nella possibilità di leggere una manciata di caratteri su delle pseudo-pagine facenti parte del mirabolante mondo di Omnitel 2000, costosissimo private garden poi confluito nell’altrettanto fallimentare progetto Vizzavi.

Gli altri operatori imitavano pensando di emulare le tecnologie vincenti dall’altra parte del mondo, tipo I-Mode e i suoi fratelli. C’era poco da meravigliarsi che gli italiani, pur grandi amanti del mondo mobile, non fossero rimasti rapiti dal Wap: di Internet nemmeno l’ombra, di addebiti faraonici sì. Per molti, Wap è negli scorsi diventato sinonimo di “modo di scaricare le suonerie”, grazie alla tecnica Wap Push, che di fatto consiste in un link Wap inviato via SMS. Nel frattempo, d’altronde, la banda larga all’italiana (alias l’ADSL) si è prepotentemente affermata come mezzo di accesso d’eccellenza.

In questi mesi, tuttavia, molte cose sono cambiate: oggi le aziende più smart stanno iniziando a creare siti accessibili in maniera peculiare dai dispositivi wireless (vedi Alitalia o Fineco), oppure ad ottimizzarli in chiave Xhtml. Il risultato è che oggi, grazie a software ottimi come Opera Mini ed alla velocità “accettabile” dell’UMTS, il Web è davvero always on ed è quello “vero”, senza compromessi rilevanti. Persino i servizi free più tradizionali, quelli accessibili via Wap, sono di buona qualità: basti pensare a Tuttocittà in versione Wap.

Inutile dire che gli operatori continuano a perseverare nell’immane sforzo di attrarre clienti nei propri giardini: ma anche il loro atteggiamento sta cambiando. Da un lato lanciano la TV a prezzi folli, però affiancano un’offerta semi-flat. Da una parte spingono sui portali privati, dall’altra si rendono conto di quanto tirino di più i contenuti auto-prodotti e scambiati dai clienti che quelli “ufficiali”. Probabilmente, siamo nella del mercato più ricca di possibilità per tutti: stavolta, ci siamo davvero.

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