Muore il Governo, nasce Italia.it

Ieri, mentre quel simpaticone di D’Alema cercava masochisticamente di dimostrare alla sua coalizione pacificista la necessità di spendere milioni di Euro per schierare migliaia di militari in giro per il mondo, il primo ministro ed il suo vice illustravano ai giornalisti come avevano speso i 100.000 Euro del bando di concorso per la nuova immagine dell’Italia a livello internazionale. La finalità dell’iniziativa, hanno spiegato, è fortemente orientata al turismo: è pur ora che l’Italia recuperi qualche posizione nella classifica mondiale dei paesi più visitati del mondo, visto che negli anni è stata ampiamenta superata dai cugini francesi e spagnoli.

Il logo è riuscito ad accomunare gli italiani molto più della politica estera adottata dal governo: tutti lo odiano. Non si trova in Rete alcun cenno di approvazione verdo l’idea grafica e la sua realizzazione: i professionisti si sbracciano nel segnalare la preoccupante somiglianza con quelli di Logitech ed Izquierda Unida, i più sensibili notano il bizzarro mix di caratteri tipografici, di almeno tre tipi, alcuni in maiuscolo altri in minuscolo. Un delirio che sa tanto di compromesso tra spinte politiche magari opposte, con i risultati mediocri che come sempre derivano dai compromessi. Il Governo appena caduto ne sa qualcosa.

Il secondo ingrediente di questo nuovo approccio al mercato internazionale del turismo è il tradizionale annuncio annuale di Italia.it, il portalone profumatamente finanziato dallo Stato per coordinare gli sforzi di Regioni, Enti ed aziende pubbliche. Stranamente, sembrerebbe che stavolta sembra essere stato veritiero: il sito è effettivamente on line da oggi, seppure con vistosi errori tecnici da un lato e contenuti molto poveri dall’altro. Tornano in mente le proposte di Paolo Valdemarin che qualche mese fa ipotizzò un modo molto più intelligente di spendere le diverse decine di milioni di Euro spesi direttamente dallo Stato o distribuiti alle Regioni per creare contenuti ad hoc per il sito.

L’idea del logo non è affatto nuova ed anzi vanta numerosi precedenti internazionali: a dire il vero, forse bastava quello già utilizzato dall’Enit da una ventina d’anni. L’idea del sito dovrebbe essere più innovativa, ma il risultato è preoccupante: sarebbe anche carino capire perché, ad esempio, venga di fatto regalato traffico all’Alitalia, nemmeno fosse l’unico operatore nazionale. Ora che la nuova strategia è stata avviata, dobbiamo sperare che venga perseguita sino in fondo: purtroppo, l’eterna instabilità politica di questi anni non ci fa ben sperare. Ce ne accorgeremo presto: i flussi turistici sono misurabili, sarà difficile fare i furbi riguardo al risultato di queste iniziative.

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