Due anni e mezzo fa, mentre andava salendo l’attenzione del mondo politico verso i fenomeni della Rete sociale, molti di noi avevano partecipato al dibattito lanciato da Luca De Biase sulle tecniche e le strategie da adottare nel confronto con l’esigente pubblico di blog e dintorni. Le successive tornate elettorali, quelle Politiche in particolare, non hanno però segnato un grosso passo in avanti verso i precetti individuati da chi in Rete vive da tempo: i politici sono andati avanti con le proprie tattiche di comunicazione politica tradizionale, eventualmente aprendo i soliti siti-vetrina che d’altra parte ormai compaiono periodicamente da almeno dieci anni a questa parte.
Poi negli ultimi mesi la multimedialità ha preso il sopravvento ed oggi l’attenzione degli astanti si è progressivamente rivolta verso le nuove piattaforme: “se abbiamo imparato ad andare in TV — avranno pensato i politici — sarà un gioco presentarci su YouTube”, un po’ come andare in triciclo dopo aver imparato ad andare in bici. Ed eccoli così tutti impettiti ed eleganti sui loro tricicli virtuali, con la calza davanti all’obiettivo ed il montaggio da filmato di matrimonio. Da notare che il riferimento non è necessariamente al video di Enrico Letta, che tutto sommato dimostra almeno un tentativo di dialogo; il problema è generalizzato e legato al difficile rapporto che il mondo della politica continua ad avere con elettori e radici locali degli organismi politici.
Basti vedere le difficoltà del povero Paolo Gentiloni alle prese con la maledizione di Beppe Grillo: dopo mesi e mesi di post seguiti da una ventina di commenti ciascuno, è bastato puntare il riflettore sul suo blog per renderlo tecnicamente inutilizzabile e comunicativamente inutile. Una volta appreso l’esito dell’accettazione alle primarie del Partito Democratico, i suoi colleghi di partito, come Rosy Bindi, affilano le armi mentre vedono comparire sul Web misteriosi scalfarottini di turno e diventare sempre più forti personaggi insidiosi come il buon Mario Adinolfi, l’uomo che concilia poker, MTV ed aspirazioni politiche. A questo punto manca davvero solo Personalità Confusa, il nostro idolo bloggaro.
Alle prossime Elezioni Politiche il Web avrà per la prima volta un’importanza rilevante anche in Italia, così come succederà ancora prima alle prossime Elezioni Presidenziali negli Stati Uniti. Inutile dire che i nostri politici dovranno imparare da quei candidati come gestire la popolarità via Web; eppure, anche noi elettori dovremo cercare di comprendere da quell’esperienza come sfruttare i meccanismi della Rete senza creare solo effetto rumore. C’è tanto da dire e tanto da ascoltare, da entrambe le parti, ma bisogna capire come farlo: altrimenti sarà solo un’immensa cagnara multimediale, visto che nessuno avrà una vita sufficiente a leggere anche un solo post con 3.000 commenti. Figurarsi se quella vita deve anche utilizzarla per fare il mestiere che gli abbiamo assegnato, quello di nostro rappresentante.