Volete capire lo stato della politica italiana? Seguite il Grande Fratello!

Fa una certa impressione guardare le scene di guerriglia urbana presentate nel filmato pubblicato oggi dalla Fiamma Tricolore su YouTube: si tratta dell’assalto di un gruppo neo-fascista alla “bolla” che la produzione del Grande Fratello aveva posto a Ponte Milvio, storico luogo romano. Proprio quella bolla che nel corso del week-end era riuscita a fare da traino verso la nuova edizione del reality show, varata in diretta televisiva ieri sera: 3 ragazzotti avevano trascorso lì un paio di notti e un paio di giorni, comportandosi in maniera imbarazzata rispetto ai pochi occhi degli spettatori dal vivo, poche ore prima di iniziare a compiere le stesse azioni quotidiane davanti agli sguardi dei 5-6 milioni di spettatori che settimanalmente si appassionano alle vicende del programma televisivo.

La motivazione dell’attacco? Un tentativo di sollevare l’attenzione pubblica romana e nazionale sul tema del diritto universale all’abitazione, con lo slogan «La casa non è un gioco» a fare da filo conduttore, sia nell’azione dal vivo, sia nella riproposizione della prodezza su YouTube, a sua volta oggi ampiamente ripresa dai quotidiani. Un’attività che, se fosse stata fatta da un’agenzia pubblicitaria e non da un gruppo politico, sarebbe stata definita di “guerrilla marketing”, con ottimi riscontri in termini di risultato sul target di destinazione. Un’iniziativa che, però, è stata organizzata da un gruppo politico (per di più estremista) e quindi ha assunto toni ben diversi dai tentativi di attirare l’attenzione visti nei giorni precedenti (vedi calabrese incatenato con tanto di coperta fornita da Endemol).

Alla fine, non solo gli autori del gesto hanno avuto un ritorno dall’iniziativa di protesta: oggi tutti i giornali devono parlare di Grande Fratello e farlo non solo nelle pagine dello spettacolo, favorendo la crescita dell’attenzione pubblica sull’esordio del programma. I risultati di audience del debutto sono stati interessanti, sebbene non immaginifici come quelli dellle edizioni passate: solo due anni fa, ad esempio, la puntata di esordio aveva attirato in media 7,6 milioni di spettatori, cioè due milioni in più di quelli di ieri sera. L’enfasi sulla bolla e l’effetto-protesta, però, hanno evidenziato che, nonostante si sia all’ottava edizione del programma, la curiosità nazionale è ancora ampia. In alcuni strati della popolazione, forse, maggiore anche di quella destinata all’incombente crisi di Governo.

Panem et circenses, d’altra parte, saranno la droga pubblica anche per il 2008: già un anno fa si era qui a lamentarsi dell’attenzione esasperata verso le avventure di casa Berlusconi (in senso lato) rispetto all’attualità inquietante. Ora ci si trova di fronte ad una situazione politica ed economica ancora più complessa, ma di nuovo alle prese con lo stesso approccio alla cosa pubblica: ha ragione Antonio Sofi, viviamo quotidianamente (in) una gigantesca anomalia che sfonda il muro della politica ed invade senza diritti il mondo della comunicazione. Con buona pace di chi vive in Rete e cerca di informarsi in maniera “astratta” rispetto alle fonti tradizionali: se non si tiene aggiornato riguardo agli ospiti di Bruno Vespa o alle disavventure di una ventina di auto-ingabbiati, rischia di non capire più la situazione politica nazionale.

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