Guardate questa tabellina, resa possibile grazie all’interessante Speciale Elezioni 2010 di Repubblica.it…
Centrodestra | Centrosinistra | |
---|---|---|
Piemonte | ||
Liguria | ||
Lombardia | ||
Veneto | ||
Emilia Romagna | ||
Toscana | ||
Marche | ||
Umbria | ||
Lazio | ||
Puglia | ||
Campania | ||
Basilicata | ||
Calabria |
Solo tre commenti, perché tanto le immagini dicono quasi tutto:
- sostanzialmente, il Centrosinistra non ha un’identità; viene utilizzato il logo del partito di appartenenza del candidato solo nelle quattro regioni del Sud, mentre in tutto il resto d’Italia una cozzaglia di loghi fatti col Paint combatte quasi sempre contro l’armata azzurrina del brutto (ma uniforme) logo “Il Popolo della Libertà – Berlusconi per…”;
- le candidate donne sono sempre troppo poche, ma “vince” il Centrodestra con quattro candidate contro tre e no, non sono veline;
- esclusi casi limite (cfr. il suicidio politico di Marrazzo in Lazio), entrambi gli schieramenti cercano di godere di rendita, ricandidando tendenzialmente il Governatore uscente, anche quando questi ha ricevuto nel corso del mandato precedente forti critiche o addirittura è stato oggetto di indagini giudiziarie.
Il clima politico esacerbato è quello che è, la noia elettorale trionfa come al solito, ma la sensazione è una sola: che tendenzialmente molti candidati alla carica (sulla carta prestigiosa) di Governatore siano stati messi lì come placeholder, marionette che dovranno interpretare le direttive in arrivo da Roma anche sulle materie in cui, teoricamente, dovrebbero essere responsabili a pieno titolo.
Piccola risposta: non sono i simboli dei partiti a fare l’identità dello stesso.
Sono molto più felice nel vedere una tale varietà regionale nei simboli del centrosinistra [che potrebbe benissimo tesimoniare una maggiore adattabilità alla varieta regionale e consapevolezza di appartenere a una “famiglia politica” che sa differenziarsi al suo interno] che la monotona sottomissione implicita dei simboli del centrodestra dove, nonostante tutto, il movimento dell’occhio è centripeto e tende verso il nome di “Berlusconi”. Il centrodestra sembra così trasmettere la sensazione di avere alla base un’ossatura “feudale”, dove poco importanti vassalli rimangono al sevizio di qualcuno che, con la sua indiscutibilie autorità, sa dargli la giusta visibilità. Può un simbolo di un partito definirsi tramite il nome di un personaggio politico? Secondo me si tratta di un accentramento improprio di qualcosa che dovrebbe rimanere ben al di fuori delle dinamiche personali.
Per confrontare veramente il numero di donne (4 a 3 non è un risultato sostanzialmente diverso…) bisognerebbe controllare i dati percentuali dei candidati per i diversi schieramenti anche nelle giunte regionali/provinciali etc.
Pretendo che vengano portati esempi di personaggi politici [di qualunque partito] che durante il loro manadato non abbiano ricevuto forti critiche da parte di una grande componenete della popolazione. Si chiama democrazia, è corretta ed è inevitabile.
Per quanto riguarda procedimenti penali, come ben sanno gli elettori berlusconiani, in Italia sembra non essere un problema. Ci sono leggi ad hoc che sanno porvi rimedio. Questo è un problema che purtroppo coinvolge entrambi le parti politiche e, tranne poche eccezioni, ben pochi sembrano considerare tali situazioni come inficianti per un mandato politico.
Per dare una scorsa ai condannati in parlamento: http://www.beppegrillo.it/archives/immagini/Parlamentari%20Condannati.pdf
“Pretendo” mi sembra un po’ troppo…