Logistica bizzarra e consumatori masochisti

Basta trotterellare per gli scaffali dei supermercati italiani per notare una quantità crescente di prodotti pronti, semi-pronti o “veloci da preparare”. La qualità è eterogenea, anche se mediamente alta, vista la crescente presenza di prodotti senza conservanti e comunque molto più differenziati di un tempo. Quello che sorprende, semmai, è l’origine degli alimenti stessi: non è infrequente trovare confezioni come quella di sotto, in un supermercato a 640 km dal luogo di produzione, quando l’alternativa italiana distava 45 km.

Due immagini da una confezione di Vellutata di carciofi di Gerusalemme Knorr

Nulla da eccepire sulla possibile qualità di questo o altri prodotti confezionati, cui va riconosciuto il merito di proporre ricette sempre più originali (chissà quante confezioni vendute ad appassionati di carciofi invece che di tuberi), per intercettare un pubblico sempre più evoluto, che a questo tipo di prodotti deve ricorrere perché magari presissimo da una vita professionalmente intensa. Il compito di molti di noi che si occupano di marketing e dintorni, peraltro, è convincer loro che si tratti della soluzione più adatta in tali occasioni.

Dove il marketing può far poco, è nei casi in cui l’unico driver di scelta del consumatore è il prezzo. Non c’è campagna di esaltazione del tubero che tenga quando allo scaffale dei costosissimi cibi semipronti del supermercato di quartiere non ci si arriva proprio e si punta dritto all’hard discount sotto casa per cercare magari un cibo più semplice e veloce da preparare, come può essere una mozzarella. Tra l’altro, in questo caso, l’occhio all’etichetta non cade, visto che in molti casi non c’è proprio, non essendo obbligatoria.

Il riferimento al formaggio del discount, ovviamente, deriva dalla storiaccia delle mozzarelle blu, che negli scorsi giorni ci ha colpito molto e spinto per l’ennesima volta a riflettere non solo sulle dinamiche un po’ bizzarre della logistica di cui sopra ma anche sulle scelte di acquisto dei consumatori come ha fatto Fiorenzo Sartore su Dissapore. Perché a tutti piace risparmiare qualche Euro, ma farlo sul cibo è da dementi: buona intossicazione a coloro che vogliono farsi del male, indipendentemente dalla provenienza dei cibi.

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