La fine ingloriosa del BlackBerry

Basterebbe tornare con la mente ad appena un paio di anni fa, quando i vari modelli di BlackBerry, da quelli più tradizionali ai primi modelli con touchscreen, rappresentavano ancora un must have per Manager di varia levatura, anche e soprattutto quelli più importanti. Una posizione che si era consolidata negli anni e che per anni ha reso RIM invincibile sul target professionale.

Poi piano piano sulle scrivanie dei C-level è iniziato ad apparire l'iPhone. Proprio nei mesi in cui BlackBerry iniziava a inseguire il mass market, perdeva i suoi testimoni più prestigiosi e giù a scendere, se non altro per spirito di emulazione, anche qualsivoglia attrazione nei confronti del middle Management. Una carneficina visibile di mese in mese, di cambio in cambio di terminale.

Oggi gli stoici utilizzatori professionali del BlackBerry son sempre meno. Vengono quasi scherniti dai colleghi passati all'iPhone e da quelli che sentendosi più geek hanno scelto i palmari di fascia alta basati su Android. È più facile vedere dei BlackBerry in mano agli adolescenti in metropolitana, utilizzati soprattutto come spara-SMS. L'ultima campagna TV sembra cercare quest'utenza.

Se qualche anno fa, quando Research in Motion era semi-monopolista nel mondo degli smartphone soprattutto negli Stati Uniti, fosse stata comprata da Microsoft, avremmo visto crescere un mostro importante, capace di sbranare il mondo a furia di e-mail e notifiche. Invece entrambe le aziende hanno scelto strade oblique, soprattutto Microsoft interessata a raccogliere i cocci di Nokia.

Dal punto di vista finanziario, RIM è una società che lascia sempre più perplessi gli investitori, che hanno chiesto interventi drastici al/sul Management. È stata una scommessa giocata al rialzo che un giorno si è sgonfiata, distrutta dalla perdurante arretratezza dei suoi software e dal fascino del design di Cupertino: quelli tra noi con ancora in mano un BlackBerry ormai guardano altrove.

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