L’austerity del salatino

Anche la nuova edizione del Regolamento dei FrecciaClub, le lounge dedicate ai frequent travellers di Trenitalia cui si accennava qualche settimana fa, rinnova il divieto che i “soci” conoscono bene: una sola consumazione di snack e bibita a testa. Un po’ ridicolo che una simile limitazione sia scritta nero su bianco su un documento ufficiale e poi ribadita di continuo con avvisi nelle sale ristoro; peraltro, come spesso avviene in casi simili, molti comunque la disattendono.

Quando era stata pubblicata l’edizione precedente, circa un anno fa, questa regoletta aveva sollevato l’ironia dei frequent flyers Alitalia: abituati al clima “volemose bene” delle lounge MilleMiglia e all’aperitivo sui voli Milano-Roma, prendevano in giro i forzati dell’Alta Velocità ferroviaria. Fino a pochi mesi fa vigeva ancora una sorta di allure positiva dei voli rispetto ai viaggi in treno e questi classici servizi extra confermavano il maggior “fascino” dell’aereo.

Poi nel corso del 2011 sono avvenuti due fenomeni opposti: Trenitalia, spinta dall’imminente ingresso di NTV, ha iniziato il rinnovo dell’offerta Alta Velocità, puntando proprio su queste piccole grandi comodità dedicate soprattutto a chi usa i treni non solo per viaggiare, ma anche per lavorare; Alitalia, a voler interpretare il clima di austerità di questi mesi, ha iniziato ad adottare piccole misure di contenimento dei costi, quali il taglio degli snack serviti a bordo.

Le due dinamiche e i nuovi assetti di pricing delle due compagnie, che in particolare nel caso di Alitalia hanno visto arrivare alle stelle i prezzi a tariffa piena, hanno decisamente imbufalito i consumatori (e far venire il sangue alla testa a qualche parlamentare); poi piano piano è subentrato il sentimento che ci sta accompagnando su tutti i fronti in questi mesi, quel senso di mestizia per cui c’è la crisi e quindi tutto crolla, fiducia in primis, tranne prezzi e tasse, che volano.

Molti di noi oggi possono fare mea culpa rispetto alla scarsa fiducia in Trenitalia relativamente all’evoluzione commerciale dell’Alta Velocità. Oggi bisogna riconoscere al vettore una rinnovata capacità di interpretare le esigenze degli utenti, soprattutto di quelli più esigenti. Perché sì, è vero che il clima di austerità richiede serietà da parte di tutti noi e tagli degli sprechi a tutti i livelli, ma non è detto che togliere salatini e aumentare prezzi sia la strategia di marketing migliore.

3 pensieri su “L’austerity del salatino

  1. Pingback: Pingback dall’articolo » Il caso estremo del BYOD

  2. Pingback: Pingback dall’articolo » Bentornati salatini, addio miglia

  3. Pingback: Pingback dall'articolo » Un trasporto aereo normale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.