Basta con la Search Engine Optimization

Persino Google si è auto-“multata” qualche mese fa per un’infelice campagna di ottimizzazione dei risultati del proprio motore di ricerca relativamente al proprio browser, Google Chrome. Come un’azienda qualsiasi, prima ha negato, poi ha buttato la colpa su un’agenzia esterna.

Di “investimenti” scorretti ce ne sono sempre tanti, troppi. In tutto il mondo non mancano piccoli professionsiti e grandi società che raccontano ancora alle aziende clienti quanto sia necessario “per farsi trovare” il baillame di link disseminati in giro, di ritocchi ai metatag e cavolate varie.

Dopo gli anni di entusiasmo collettivo, in questi ultimi tempi si parla spesso di morte della Search Engine Optimization. I professionisti la negano, dicendo che non bastano Google Instant o Google Panda o altre innovazioni del principale motore di ricerca per smettere di ottimizzare.

Chi sul Web ci lavora quotidianamente e non ha interessi in ambito SEO, sa ormai bene che l’unico fattore importante per tutti i motori di ricerca, compreso Google, è la qualità dei contenuti. La difficoltà, semmai, è che ormai privati e aziende li disseminano “in giro” più che sul proprio sito.

Quindi massimo rispetto per i professionisti che accompagnano chi vuole comunicare in Rete a gestire questi contenuti in maniera efficace. Però smettiamola di parlare nel 2012 solo di Search Engine Optimization, oggi suona come una presa in giro o una stregoneria poco credibile.

9 pensieri su “Basta con la Search Engine Optimization

  1. Ciao Giuseppe,
    Grazie per linkare al mio sito: grazie al tuo link esso si posizionerà ancora meglio… e anche questo è SEO. 🙂
    Pur se sono d’accordo con te nell’esaltare l’importanza dei Content di qualità, essenziali senza alcun dubbio anche per chi fa SEO seriamente, ti pregherei comunque di evitare di dire cose basate sull’ignoranza della materia.
    Infatti, la SEO non è affatto una presa in giro una stregoneria poco credibile, ma una disciplina ormai con più di dieci anni di vita, che studia come funzionano i motori di ricerca in modo tale da rendere un sito web, e i suoi contenuti, il migliore possibile perché possa presentarsi nei risultati di ricerca.
    La SEO non è mai stata, e non è sicuramente adesso, solo una questione di meta tags o qualche altra diavoleria, no! Un buon SEO è colui che ti dice che il tuo sito ha talmente tali problemi nella sua architettura dell’informazione che – pur se ha il contenuto più bello del mondo – Google non lo indicizzerà correttamente e magari addirittura lo penalizzerà col Panda di turno. Un SEO è colui che ti dice se quel contenuto di cui sei tanto fiero potrà essere o no trovato dai tuoi potenziali lettori, perché magari non è ottimizzato per quelle chiavi di ricerca che realmente usano per cercare un content come il tuo. Un SEO è colui che conosce bene, forse meglio di Social Media Specialist, come utilizzare Facebook o Twitter per entrare in contatto con quelle persone, che potrebbero aiutarti a promuovere il tuo sito. Un SEO è colui che ti dice come utilizzare Schema e i rich snippet (ovvero, la web semantica) o che ti sanno spiegare il concetto di Author Rank, sempre più essenziale per essere visibile in Google.
    E potrei continuare.
    Pertanto, prima di scrivere post in fondo banali come questo che hai scritto (senza offesa, ma davvero lo è, e sicuramente hai scritto cose più pregevoli), vatti a visitare siti come Seomoz.org (di cui sono associato), e impara davvero cosa significa fare grande content marketing utilizzando la SEO come dovrebbe essere utilizzata.
    Infine, se davvero consideri la Search Engine Optimization, mi spieghi perché diavolo utilizzi un “search engine optimized WordPress theme”, come si può leggere nel footer?
    Un saluto

  2. Faccio un applauso alle frasi “dire cose basate sull’ignoranza della materia” e “impara davvero cosa significa fare grande content marketing”.

    Riguardo al tema del blog, l’avevo scelto secoli fa quando ancora WordPress non supportava nativamente features pur basilari come tags e dintorni. Lo cambierò quando avrò un attimo libero dal lottare contro i cialtroni e no, non sto parlando di te perché io non esprimo giudizi professionali gratuiti verso chi non conosco a sufficienza.

  3. La moda del “…is dead” fa proseliti e pare non sia destinata a terminare. Ha qualcosa di magico. Come se auspicare la fine di qualcosa legata al web facesse rientrare di diritto nella cerchia dei guru o “stregoni del web”. Solleticasse la vanità personale.

    Mi piacerebbe capire su quali basi si innesta l’espressione “Basta con la Search Engine Optimization”. Cosa vuol dire “non avere interessi in ambito SEO”?

    Gianluca è stato già abbastanza chiaro su quello che tecnicamente può essere la SEO.

    Farsi trovare per specifiche keywords, quintuplicare il traffico di un sito web, raddoppiare le entrate pubblicitarie, aumentare il fatturato del 25% suonano come “una presa in giro o una stregoneria poco credibile”?

  4. Posso aggiungere a quello che dice Gianluca che un SEO (serio ovviamente – perché esistono ancora aziende che vendono keywords al kilo) ti può aiutare anche a ottimizzare il tuo sito per essere più performante non solo per i motori, ma anche per i tuoi utenti e scontrandomi con moltissime realtà posso garantirti che non immaginano nemmeno lontanamente alcuni concetti o best practice che dovrebbero invece essere il pane quotidiano per chi con il web ci vive.

    Oltre alle performance ci sono strategie a breve, medio e lungo termine sempre parlando di contenuti che un SEO conosce bene, mentre il restante 90% di chi crea contenuti, anche ottimi, ignora.

    Rileggendo l’articolo capisco che stai parlando di una fetta di mercato o di aziende (che si spacciano SEO) e che adottano delle pratiche morte, semi-morte o morenti e dunque deduco che stai ignorando circa il 95% dell’attività che chi si occupa di search engine marketing fa.

  5. Ciao Giuseppe, credo che la vera stregoneria poco credibile sia scrivere di argomenti che molto probabilmente non si conoscono a fondo, e come dice giustamente Gianluca, forse è il caso che tu approfondisca un poco le tue conoscenze sulla SEO o il rischio, come è accaduto in questo articolo, è di cadere nella banalità.
    Alessandro.

  6. Ciao di nuovo Giuseppe,
    E scusami se sono stato duro con te; solo che questo tuo post è la classica “ultima goccia”, e io – e tanti altri professionisti della SEO – siamo arcistufi di essere messi nello stesso sacco con quelli che altro non sono che truffatori. Per favore, quelle persone non chiamarle SEO, perché non lo sono. Così come noi non chiamiamo Community manager chi in realtà sa solo i rudimenti Facebook 🙂
    E sbattiamola di dire che la SEO è morta, non lo è, ma come ogni disciplina legata al marketing online è qualcosa in continua evoluzione.
    Un saluto

  7. Beh, io mi sono occupato (e me ne occupo ancora) di SEO dal 2001 e la nostra scuola di cucina devo molto a ciò. Anzi, diciamo che deve tutto, visto che gli allievi arrivano ai corsi praticamente solo dai motori di ricerca o quasi.

    Io non credo che il vero problema sia SEO-Sì, SEO-No, ma l’uso che di ciò si fa e del come. Chi interpreta la SEO solo come ottimizzazione spinta di pagine che poi in realtà non dicono nulla, ovviamente mi piace poco. Chi invece si preoccupa di dare visibilità a pagine che di contenuti ne hanno e che diversamente non sarebbero visibili, a me piace.

    Il problema vero è che ad oggi chiunque abbia posizionato un sito si ritiene un SEO e questo genera molta confusione. Così come genera confusione il fatto che tanti SEO non sanno scrivere una frase in italiano e tante pagine risultato del lavoro dei SEO sono terribili da vedere, praticamente sarebbe meglio se non salissero in SERP.

    Poi però non si può dire che tutti i SEO sono così ed in generale io penso che quando si lavora bene, si possa coniugare contenuti con comunicatività con marketing e con visibilità sui motori di ricerca.

    Scusate la lunghezza, me ne torno in cucina tra le mie padelle (ogni tanto mi scordo dei miei retaggi tecnico/informatici).

  8. Sono contento che, insulti su Twitter a parte, questo post abbia suscitato un minimo di dibattito tra professionisti e penso che Francesco abbia scritto un intervento che sposa abbastanza la mia posizione di “stanchezza” e la vostra di difesa della professionalità di una categoria.

    Sono anni che nelle strategie discusse col Cliente, includo la SEO come must have di ogni buona strategia; mi sembra che i vostri interventi confermino la correttezza della visione, meno il fatto che alcuni personaggi che condividono la vostra etichetta sono degli emeriti buffoni o, ammettendo la loro buona fede, siano rimasti ai temi (e alle tecniche) di cui parlavamo 8,9 o 10 anni fa.

    Il mio punto, il suggerimento per la vostra industry, è di smettere di utilizzare l’etichetta di SEO per le vostre attività. Capisco l’ottimizzazione (!) fatta negli anni su questa label specifica, ma è del tutto rovinata da quelli che sopra definivo cialtroni; al contrario, non metto in dubbio che alcuni di voi, peraltro persone di lunga esperienza fuori dal mondo SEO, siano nel tempo evoluti e diventati capaci di seguire i clienti al di là del perimetro di Google e dintorni.

    Avete descritto i vostri lavori quotidiani come complessi, basati su discipline eterogenee che richiedono studio ed esperienza, spesso solo minimamente legata ai motori di ricerca. Etichettandoli solo come Search Engine Optimization rischiate di apparire cultori di una nicchia, in un mondo in costante mutamento, allineandovi verso il basso del valore che portate/potreste portare ai clienti.

  9. Concordo con quanto detto da gianluca. Tutte le volte che vedo scritto che la SEO ė morta sorrido perché chi fa il mio lavoro tutti i giorni sa che il SEO parte da una buona progettazione di un sito web e che ottimizzando ogni piccola cosa si ottengono i risultati. Io ho avuto la fortuna di avere un grande maestro a suo tempo che mi ha detto un giorno “William a forza di un pelo un pelo un pelo …fai un palo!”. Certo ovviamente ci sono elementi più importanti di altri nel SEO ma la cura di ogni parte di un progetto web, compresi i contenuti, porta a dei risultati e iI social network sono importanti nella spinta di un progetto web ma questi devono poi sempre puntare ad un sito che deve sempre essere ben ottimizzato.
    Ciao a tutti

    @william_sbarza

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