I Papi e la suora

Sentire parlare di share televisivi superiori al 50% in Italia avviene raramente; tipicamente per le partite di calcio clou della Nazionale e per qualche picco di qualche puntata del Festival di Sanremo in annata buona (circostanza che avviene un po’ random, peraltro). Se poi lo stesso programma è tendenzialmente trasmesso uguale anche su altre piattaforme come quelle satellitari, ci si domanda su quanto possa essere stato alto l’ascolto complessivo reale.

Domenica l’ondata blu di Rai1 (il riferimento è ai puntuali approfondimenti Auditel di TVblog.it) è stata alta e sostenuta per ore grazie alla cerimonia di canonizzazione di due nuovi santi da parte dell’attuale Papa. Il tormentone mediatico ha posto l’accento sulla curiosa coincidenza della compresenza dell’ex Ratzinger e sul fatto che i prescelti avessero svolto lo stesso mestiere da vivi: quando capita un’altra occasione con quattro Pontefici protagonisti?

Il merito, dicono gli esperti, è della nuova aurea della Chiesa Cattolica costruita rapidamente da Bergoglio con atti di umiltà e dichiarazioni intelligenti, sin dalla nomina avvenuta appena pochi mesi fa. Non è difficile vedere atei e agnostici che tributano onore a Francesco I dopo anni di insulti verso i suoi predecessori, ritenuti di volta in volta troppo amici dei potenti, troppo omertosi rispetto agli scandali, troppo poco empatici per un ruolo così “universale”.

Persino un programma televisivo fantasma come The Voice ha visto un’impennata nell’attenzione (e quindi negli ascolti) grazie alla comparsa di una suora canterina: il messaggio che passa è quello di una rinnovata attenzione del pubblico verso i religiosi. Il Papa argentino è riuscito a incidere profondamente sulla comunicazione della sua Chiesa, pur in un periodo in cui le notizie negative non mancano, a cominciare dagli scandali sessuali che durano da anni.

Sembra che più di un politico citi l’attuale Papa nei brief con lo staff come esempio da seguire in vista delle prossime elezioni europee; il che può sembrare irrispettoso, ma è comunque un segno di apertura verso un nuovo stile di comunicazione, basato su buoni sentimenti, onestà e qualche strizzata d’occhio sugli aspetti positivi della realtà. Ora siamo tutti curiosi di vedere quali saranno le prossime azioni, le prossime comunicazioni, i prossimi messaggi espliciti e non.

Nigella Lawson al centro del mirino

Qualche giorno fa Nigella Lawson pare sia stata bloccata a Heathrow mentre tentava di partire per Los Angeles, con l’accusa di aver mentito sull’ESTA a proposito del suo consumo di droga. D’altra parte anche i sassi ormai conoscono i suoi consumi di cocaina e marijuana.

A sentire l’ex domestic goddess, il merito di questa sua seconda ondata di notorietà, decisamente meno positiva della precedente, è tutto merito dell’ex marito Charles Saatchi e dei suoi PR, che sono riusciti a ribaltare contro di lei l’opinione pubblica dopo il divorzio.

Meno di un anno fa, quando la querelle pubblica era iniziata col “giocoso” (?) strangolamento in pubblico, tutti i media e tutti gli spettatori difendevano la conduttrice come vittima di un marito violento; nel giro di pochi mesi la sua posizione è probabilmente danneggiata per sempre.

La vicenda delle assistenti e dei loro intrallazzi ha ulteriormente indebolito la sua immagine, che sin dagli esordi in TV era contraddistinta da un forte senso di positività e amore per il buon cibo; oggi si sprecano in Rete le battutacce sulle papille gustative rovinate dalla droga.

Sarebbe un peccato se la carriera della Lawson si interrompesse per sempre sulla base di maldicenze e mezze confessioni; sarà comunque il pubblico che continuerà a seguirla in TV e comprare i suoi libri; oppure no, se non la riterrà più un un testimonial credibile in cucina e fuori.